Mamme ai tempi del coronavirus

Scuole chiuse e famiglie che si riorganizzano tra baby sitter last minute e nonni-tampone

Per molte famiglie è una fatica fare senza i nonni. Le baby sitter "giocano" il rialzo dei prezzi ed è difficile cambiare la gestione familiare ma le mamme pronte alle soluzioni più impensabili ammettono: "Siamo state spiazzate, è vero, però la salute dei nostri figli viene prima di tutto"

Prima no, poi fino all’8 marzo, poi ancora una modifica: scuole chiuse fino al 15. E ora addirittura fino al 3 aprile.

Era prevedibile e più di qualcuno è convinto che i ragazzi a scuola quest’anno non ci torneranno proprio più. Una manna per loro, da quelli più piccoli che mai sono rimasti attaccati alla tv come in queste ore aspettando notizie dal presidente del Consiglio dei Ministri, a quelli più grandi che di questo periodo godono la libertà da compiti e verifiche impellenti.

“Loro sono al settimo cielo per il decreto – dice Carmen, fisioterapista – ma noi genitori siamo stati spiazzati. Non tanto dal punto di vista psicologico (perché sia io che mio marito immaginavamo la necessità di un tale atto di forza del governo) quanto sotto l’aspetto organizzativo”.

Carmen, origini pugliesi, si è quindi precipitata a cercare una qualche baby sitter di “sufficiente esperienza” che potesse trascorrere il tempo necessario con i miei figli di 12 e 5 anni. “Non mi sento di lasciarli da soli, sono troppo piccoli tutti e due, ma trovare una baby sitter non è stato semplice. Sono arrivata a questa giovane laureanda tramite conoscenti e spenderò quelle 300 euro extra per la serenità dei miei ragazzi”.

Anche Antonietta è una professionista costretta, come altri – soprattutto mamme – a riorganizzare all’improvviso l’agenda degli impegni settimanali “causa coronavirus” e lei, più fortunata di Carmen, ha potuto contare sulla vicinanza delle nonne. “Sante nonne – ha detto – per fortuna ci sono loro capaci di far fronte a tutte le esigenze dei tempi moderni. Sia io che mio marito diversamente avremmo avuto serie difficoltà.  Ho sentito anche che il governo sta valutando delle misure per sostenere le famiglie costrette a tamponare l’emergenza chiedendo permessi al lavoro o pagando baby sitter che naturalmente pretendono un occhio della testa, questo sì che sarebbe un ottimo intervento di aiuto alle famiglie. Per il resto la chiusura delle scuole credo sia stata un’ottima scelta. Al di là dei disagi la salute dei ragazzi, dei miei figli, viene prima di tutto”.

Come ci si improvvisa a gestire l’imprevista settimana di vacanza della figlia? “Sono rimasta inizialmente spiazzata dalla prima proroga del decreto – ammette Maria, dipendente di un’azienda privata – . Ho avuto un attimo di esitazione, anche perché mio marito lavora a Roma quindi sono a Campobasso praticamente sola. Premetto che non sapere i miei figli a scuola mi tranquillizza, perché loro sono piccoli e per quanto possano stare attenti, finisce sempre che portino le mani alla bocca, che si abbraccino con i compagni, che stringano le mani e che quando starnutiscono non prestino attenzione a come lo fanno. Pertanto sono d’accordo con il governo. E’ ovvio però che tutto ha un prezzo, in questo caso i disagi di cui si stanno facendo carico tante famiglie. Io per ora  ho disdetto gli appuntamenti che avevo preso in settimana con alcuni clienti e aspetto il rientro di mio marito per alternarci tra ferie sue e qualche permesso mio”.

Mamme che tutto sommato hanno valutato con consapevolezza la decisione del governo. Non sono in disaccordo, si augurano interventi di sostegno è chiaro ma al di là di tutto mettono sopra ogni cosa la salute dei ragazzi. E poi confessa Sonia, impiegata, a margine della chiacchierata: “Questa emergenza da una parte ci ha costretto a rallentare i nostri ritmi solitamente frenetici. Ha costretto ad una collaborazione in casa da parte di tutti. E finalmente ci godiamo la reciproca presenza sia io che mio marito”.

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