L'Ospite

L'ospite

L’abito di Cristo, cercare il Volto

di don Mario Colavita

 

L’itinerario quaresimale è un cammino alla riscoperta del battesimo. Il battesimo ci impegna, ci lega a Cristo e alla Chiesa. Ci fa entrare nelle pieghe del suo mistero per crescere in lui, amarlo con tutto il cuore.

La seconda tappa di quaresima ci invita a guardare la veste bianca di Cristo.

La trasfigurazione non è altro che questo passaggio dall’opacità delle nostre pochezza alla bellezza dell’amore di Dio, è l’invito al vedere il futuro di ciò che saremo.

Il senso di questa domenica è nel cercare. Cercare, viene dal latino circare significa “andare intorno” ad una cosa o persona. Il cercare è l’atto prima del trovare, se non si cerca non si trova. Ebbene il credente è chiamato a cercare Dio per trovarlo. Cercare il volto di Dio, vuol dire avere disponibilità a mettersi in cammino per trovare Dio.

In questo cammino di ricerca ci aiuta la figura di Abramo, padre nella fede, uomo obbediente, cercatore della proposta di Dio. Il libro della genesi di dice che Abramo lascia i beni e la terra del padre Terach e si incammina per una nuova terra e la terra di Dio: il Canaan è la terra benedetta dove Abramo realizzerà la promessa di Dio: farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione (Genesi 12,2).

Nella trasfigurazione Gesù appare come il Rivelatore per eccellenza, che sorpassa Mosè ed ogni altro grande profeta dell’antico testamento come attestano oltre allo splendore del volto e delle vesti, la presenza di Mosè ed Elia. La gloria che avvolge Gesù trasfigurato è, allora, non solo l’anticipazione gloriosa del suo trionfo escatologico (la vittoria sulla morte), ma lo splendore proprio dell’epifania di un essere divino.

La trasfigurazione dice quello di cui noi siamo fatti, la luce, la gloria di Dio, la divinità. Trasfigurarsi vuol dire entrare nella bellezza della speranza e nell’anticipo del futuro. Dio ha creato il mondo non per la morte per essere sfigurato ma per la trasfigurazione.

Anche in questo clima di paura e incertezza, dove il dramma del Covid-19 (il Coronavirus) sta mietendo vittime e diffondendo ansia e desolazione, il credente non può rimanere prigioniero della paura è chiamato a rispondere con le armi della fiducia di Dio, sapendo e credendo che Dio Padre di ogni misericordia non ci abbandonerà.

In Gesù trasfigurato c’è il volto di ogni figlio amato dal Padre in quel volto è celata la somiglianza con Dio. Volentieri dimentichiamo questa somiglianza, la bellezza alla fine vincerà, il bello attrae perché dice relazione profonda, rendendo l’uomo più uomo.

Si racconta che uno dei santi più conosciuto della Russia ortodossa, il monaco, Serafino di Sarov (1759-1833), icona della spiritualità russa, una volta leggendo la trasfigurazione gli domandarono cosa fosse. Allora, senza scomporsi cominciò a leggere il passo di Matteo della trasfigurazione e si trasfigurò.

Sarebbe bello anche per noi! Ecco la nostra vita deve guardare talmente il Signore trasfigurato, la gloria, la sua bontà e progressivamente anche noi riverberiamo la sua gloria. L’uomo in fondo diventa ciò davanti a cui sta. Se tu hai un pensiero cupo davanti ti si vede in faccia! Hai la faccia scura. Se hai un pensiero luminoso, si vede la faccia luminosa.

C’è un segno battesimale che va recuperato è quello della veste bianca, dice la nuova vita, una nuova dignità: ti sei rivestito di Cristo, hai assunto l’abito di Cristo; abito nel senso latino di habitus, cioè mentalità, modo di pensare, abitudine, modo di essere, stile di vita.

Hai assunto lo stile di Cristo hai ricevuto questa veste bianca in dono all’inizio, cui segue una raccomandazione: portala senza macchia per la vita eterna.

 

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