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#iorestoacasa occasione per ritrovarsi

di Renato Matteo Imbriani – docente di religione cattolica, giornalista

 

Stare a casa, come occasione per ritrovarsi, questo è il forte messaggio che giunge a tutti noi dal nostro vescovo, mons. Gianfranco De Luca, nella liturgia di questa terza domenica di quaresima, celebrata in diretta streaming dal Santuario di Santa Maria della Vittoria. Questa è la prima domenica dove si avvertono in maniera più pesante le limitazioni imposte dal Governo per l’evolversi dell’emergenza epidemiologica da coronavirus covid-19 “costringendoci” a stare a casa per contrastare la diffusione della malattia che avrebbe nefaste conseguenze sull’intero sistema sanitario e di conseguenza sulla stessa coesione sociale.

L’intera omelia è esortazione a raccogliere l’invito delle autorità pubbliche a restare in casa per quanto ci è possibile ma non solo come esercizio di responsabilità civica ma come fondamentale espressione di carità cristiana dove deve prevalere il rispetto di quel prossimo da amare come se stessi, per non aggravare l’opera incessante, lodevole, di quanti sono costretti a uscire per irrinunciabili motivi di lavoro, di assistenza pubblica ma anche di prima necessità.

Bellissimo messaggio è il riferimento alla nostra “società delle mani” dove la tendenza a voler possedere, manipolare, deve lasciare lo spazio alla “società dello sguardo”, thaumazein dicevano i greci, la meraviglia, lo stupore, quella capacità innata dell’uomo che non è fatto per ripiegarsi su se stesso ma è abile a guardare in alto. Una “società dello sguardo”, dice il Vescovo, che è accogliere con stupore chi ci sta vicino, accogliere questo dono, in questo momento, degli affetti più cari, torneremo a vivere, presto, ma la speranza è che sia in maniera diversa.

Questo è il tempo, come direbbe il filosofo Buber, dove dobbiamo “sentirci a casa” rispetto a quei momenti dove per senso di inquietudine ci sentiamo come se fossimo “senza casa“, come se vivessimo in aperta campagna e non possedessimo neppure i quattro picchetti per innalzare una tenda, l’angoscia del momento, direbbe Heidegger, introduce nel momento la tranquillizzante sicurezza di “sentirsi a casa propria“, che deve lasciare il passo all’angoscia.

Lodevole e significativo l’impegno di tutti in questi giorni e un particolare riferimento, lo faccio, come insegnante, al mondo della scuola dove tutti, dirigenti, docenti e soprattutto studenti stanno spendendosi per cogliere questo momento come una opportunità perchè la scuola non può e deve fermarsi.

Concludo con l’invito di mons. De Luca a vivere bene questa emergenza: “il male è cosa già vista, banale, il bene è sempre una sorpresa“. Come direbbe un noto cantautore “io penso positivo” al quale il nostro vescovo aggiunge “l’agire positivo”.

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