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#iorestoacasa “Con un video abbracciamo la nostra via” contro il coronavirus

Si tratta di un’esperienza educativa, appena conclusa, in un’aula virtuale, nell’ambito della ‘Didattica a distanza”. Protagonisti ventiquattro ragazzi della 2A, Scuola Media di Santa Croce di Magliano. Da una finestra, da un terrazzo oppure da un balcone, sono “usciti virtualmente” per documentare, con un video, la strada adiacente alla propria abitazione.

Destinando, così, l’attenzione al panorama, sotto la neve, all’orizzonte. Ne è venuto fuori una documentazione inedita, ai più sconosciuta, sulla   propria via di residenza, una piazzetta o una strada che si perde in lontananza. Con un pizzico di orgoglio si stampa il proprio nome in un angolo del paese, dove danza silente la voce delle proprie radici. Si scoprono anche i nomi delle vie. Che hanno a che fare con la storia di un luogo legato alla storia locale, Via Borgo Casale o Melanico, di un personaggio di rilievo, come Via Matteotti o di un pedagogista, come Don Milani. Oppure Via del Giglio che abbraccia il canto devozionale in onore di Sant’Antonio, il Santo più amato. Senza dimenticare la curiosa contrada rotellese, Capomandria, ispirata alla cultura tratturale.

Credo che il video che segue, nella sua semplicità, esalti la cultura di appartenenza per dire a tutti quanti: noi ci siamo e ci abbracciamo. Anche se in uno stato di quarantena, i nostri pensieri sono sempre vitali, il coronavirus, di certo, non potrà mai impedirci di guardare lontano. Anzi ci porta a riscoprire valori umani e legami verso Santa Croce di Magliano, che, prima, distrattamente, non avevamo mai desiderato. Cesare Pavese, nel romanzo “La luna e i falò”, ci ricorda che il luogo in cui siamo nati, sta sempre ad aspettarci, anche quando siamo lontano lontano. Io aggiungo.

Ogni via in cui abitiamo è il documento fondante della nostra storia personale. Muoviamo i primi passi dalla casa che si affaccia sulla Via in cui c’è la nostra residenza. Man mano che cresciamo i nostri passi si assicurano, appunto, sulla via, per aprirsi al mondo e poi all’avvenire. Perciò, la Via in cui abitiamo dà certezza al nostro “esserci”. Ed è il luogo più bello che ci sia. Il tempo, adesso, in tempi di “quarantena”, pertanto, ci sussurra di essere più attenti, a tirar fuori, anche dopo, i nostri migliori sentimenti. Franco Arminio, paesologo, il poeta della parola, dice: “Più che della crescita, abbiamo bisogno dell’attenzione.

Attenzione a chi cade, ai ragazzi, agli anziani, al sole che nasce e che muore, attenzione ad un semplice lampione. Essere rivoluzionari, oggi, significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza”. Sempre.

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