Il turismo, il commercio, l’industria, e persino le attività di ristorazione. La mannaia coronavirus che si sta abbattendo sull’economia italiana, e chiaramente anche su quella boccheggiante del Molise, colpisce adesso anche i ristoranti, le pizzerie, i pub. Ma in particolare sta colpendo tremendamente quelle attività che rimandano alla cucina cinese. Nello stesso giorno sia il ristorante cinese di via Martiri della Resistenza che quella giappo-cinese specializzato nella preparazione del sushi in via Egadi hanno chiuso ‘per ferie‘.
Al ristorante cinese di fronte allo Scrigno, ormai un simbolo della Termoli moderna, da ieri è comparso un cartello che recita: “Chiuso per ferie dal 4 al 31 marzo“. Una scelta legittima che probabilmente è dovuta anche al calo di presenze iniziato all’indomani delle notizie di diffusione del virus Covid-19 anche fuori dalla Cina.
L’arrivo del coronavirus in Italia ha probabilmente allontanato ancor di più i clienti dell’unico locale esclusivamente di cucina cinese a Termoli. E ieri sera, anche il noto locale all’angolo fra via Corsica e via Egadi, che in questi mesi ha accolto migliaia di clienti vogliosi di gustare un po’ su sushi, ha incredibilmente comunicato la chiusura, sempre per ferie, ma a tempo indeterminato. “Ci prendiamo una pausa” hanno fatto sapere, lasciando sconcertati i molti che l’hanno saputo da via Facebook.
Una decisione che alimenta una doppia riflessione: innanzitutto l’ignoranza che ha spinto tante persone a non scegliere più un locale a prevalenza di piatti giapponesi e con qualche proposta della tradizione cinese solo per paura di un virus che non si trasmette col cibo e nel quale lavorano alcuni cinesi, ma anche tanti italiani. E poi, guardando esclusivamente economico, quanto può far male la crisi generata dal coronavirus. Il ristorante di sushi a Termoli andava alla grande, specie a pranzo quando era difficile trovare un tavolo libero. In poche settimane è stato addirittura costretto a ‘prendersi una pausa’.
Purtroppo non è un caso isolato. Nel resto del Molise anche altri ristoranti ed empori cinesi sono stati costretti a mettere in ferie forzate i clienti e qualcuno potrebbe dover chiudere a breve.
Chi pensa che la crisi del mercato Made in China faccia male solo ai cinesi è probabilmente un po’ miope dal punto di vista strettamente economico, dato che oggi molti negozi gestiti da cinesi hanno dipendenti italiani. I quali oggi, in tutta Italia, temono per il proprio posto di lavoro.
Basti pensare a che a Roma, il noto ristorante ‘Sofia’, posto abituale per i tanti romani che amano la cucina cinese, ha deciso di chiudere almeno temporaneamente. I clienti infatti non si fanno più vedere, sebbene è stato ribadito a più riprese dallo stesso Ministero della Salute che dal cibo non si trasmette il coronavirus, né tantomeno dai prodotti Made in China.
Ma a espandere il contagio della crisi dei consumi ci sono le nuove disposizioni governative e le raccomandazioni degli esperti. Quando in tv o sul web ogni giorno ci viene ripetuto di evitare posti affollati e di non stare a meno di un metro di distanza dalle altre persone, è chiaro che più di qualcuno si domanda con maggiore frequenza se andare a mangiare al ristorante o bere una birra al pub possa essere persino pericoloso.
Domande che stanno provocando una crisi anche nel settore della ristorazione anche in Molise. Il periodo di fine inverno non è certo dei più floridi, ma se si escludono casi isolati, ristoranti, pizzerie, pub e simili stanno facendo registrare un sempre maggiore calo di affluenza.
In questo modo i timori del contagio rischiano di fare molte vittime, economicamente parlando.
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