Nuove speranze dall'università

Livia, primo medico molisano al tempo del Covid: “Forte emozione, pronta ad aiutare in corsia”

E’ di Riccia la prima studentessa laureata in modalità telematica: “Devo ancora realizzare il tutto – confessa –. E’ stato strano farlo senza avere la famiglia vicino, gli amici che ti sostengono, ma ugualmente emozionante”. Ora è pronta a dare una mano negli ospedali: “C’è la consapevolezza che potremo essere utili, pur ancora senza esperienza sul campo ma sicuramente grazie alle conoscenze acquisite”. Per il suo paese, dichiarato zona rossa, un messaggio affettuoso: “Speriamo di poter uscire da questa situazione al più presto”.

La laurea, con annessa solenne proclamazione, è uno dei momenti topici della vita di uno studente universitario. Purtroppo, in tempo di Covid, bisogna rinunciare pure a questo. E allora, l’unica via è quella telematica. I primi laureati in questa modalità all’Università degli Studi del Molise sono stati proclamati ieri, 27 marzo. Neanche a farlo apposta, considerando il momento, si tratta di medici. Che saranno immediatamente disponibili per servire gli ospedali. In cinque, infatti, quattro donne e un uomo, hanno conseguito la laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia del Dipartimento di Medicina e di Scienze della Salute ‘Vincenzo Tiberio’ di Campobasso.

Dunque, tutti in videoconferenza. Compresa la Commissione di laurea, chiaramente. Questi i cinque neo medici chirurghi: Livia Moffa da Riccia, Giulia Chiappini da Como, Francesca Del Vecchio da Brindisi, Ilenia Gravina da Caserta e Francesco Dario Venezia da Bari. Emozioni diverse, certo, senza abbracci, baci, fiori e aperitivi vari. Tutto più sobrio, ma ugualmente forte, a tratti commovente. È stato così anche per l’unica molisana laureata di questa sessione, Livia Moffa, che tra l’altro risiede a Riccia, Comune dichiarato ‘zona rossa’ da qualche giorno, dal quale non si può nè entrare nè uscire dopo alcuni casi di contagio.

“Diciamo che non ancora realizzo di essermi laureata – ci confessa la neo dottoressa –. E’ stato strano farlo senza avere la famiglia vicino, gli amici che ti sostengono. Insomma, è stata abbastanza anomala come esperienza ma in realtà posso dire che è stato comunque tutto bellissimo, ho provato emozioni fortissime e contrastanti. Anche perché il giorno della laurea è sempre emozionante, in ogni modo e in ogni luogo si possa fare”.

 

Mai come in questo momento, è importante la missione del medico chirurgo. Livia Moffa, 26 anni, si dice pronta a dare il suo contributo in questo momento drammatico: “Sì, da oggi sono un medico chirurgo a tutti gli effetti. Il momento è tragico, laurearsi in questi momenti non è stato semplice ma l’abbiamo fatto, e parlo a nome di tutti i colleghi, con la consapevolezza che potremo essere utili, pur non avendo ancora esperienza sul campo, ma sicuramente grazie alle conoscenze acquisite, negli ospedali che sono in difficoltà”.

 

Un pensiero particolare e affettuoso non può che andare al suo paese, Riccia, che vive una situazione molto particolare essendo stato dichiarato ‘zona rossa’: “La mia speranza è che possiamo uscire da questa situazione al più presto. Per ora, l’unica cosa che bisogna fare in modo responsabile è restare a casa e rispettare le regole. Ne usciremo più forti di prima, ne sono sicura”.

E in un videomessaggio – pubblicato a margine della seduta on line del Senato Accademico – il rettore Luca Brunese, è tornato a rivolgersi agli studenti e alla comunità accademica sottolineando proprio la realizzazione della prima sessione di laurea in modalità a distanza dall’inizio dell’emergenza. Un messaggio di incoraggiamento in un contesto di difficoltà ed incertezza, ma anche nella consapevolezza che il giorno della laurea costituisca per i laureati e le famiglie un momento emotivo dal forte valore simbolico.

“Abbiamo in programma – ha dichiarato il Rettore Brunese – di mettere in atto, non appena sarà possibile iniziative di condivisione come la Giornata del Laureato di Dipartimento, un’occasione speciale per festeggiare pubblicamente tutti insieme, Famiglie, Laureati e Docenti”.

Alle prime sedute telematiche seguirà la sessione di laurea del 31 marzo che si caratterizza di un ennesimo e particolare significato: discuteranno la tesi 32 prossimi infermieri, che oggi più che mai rivestono un ruolo decisivo nel panorama assistenziale e della salute.

 FdS

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