di Antonio Andriani
Non avea moglie né figli, il buon Bruno,
solo ‘l mondo il vecchietto.
Si move, lo scrittore mantoano,
a sillabar delle frasi d’un foglietto:
“Tre maggio del Trentuno,
di lavoro facea l’artigiano,
un mese fa era sano!”
Che cosa solleva dal comodino
porgendolo all’amico? Ha paura
di quella creatura.
“Sta calmo, chiamasi telefonino.
È bello, uno e trino,
vibra di luce e suona!
I’, subito, quasi quasi l’assaggio!
Ci troviamo a Cremona!”
«Al defunto, vita nova ‘n omaggio»
Andri240320 Parafrasi = i due amici sono accanto all’uomo defunto. Il primo a parlare è Virgilio e lo fa per capire chi sia quell’uomo. È Dante, invece, a scoprire l’esistenza del telefonino con le sue infinite applicazioni; era di proprietà del signor Bruno. Quando arriva una probabile notifica del gestore telefonico, la luminosa vibrazione del piccolo oggetto spaventa il poeta latino. Dante capisce di trovarsi in Lombardia. Arrivederci alla quarta canzone!
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