Il virus Covid-19 è ormai sulla bocca di tutti, ma le precauzioni per evitare il diffondersi del suo contagio, diramate dagli esperti, sono davvero entrate nella nostra vita quotidiana?

Il rischio è che ognuno di noi pensi – più o meno consapevolmente – di essere al riparo dall’infezione e che dunque prenda sottogamba le prescrizioni che ormai dovrebbe conoscere a memoria. Mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone, evitare i luoghi affollati, evitare il contatto fisico (tra cui abbracci, baci e strette di mano), lavarsi spesso e bene le mani, non portare le mani al naso, alla bocca e agli occhi.

Ma c’è una regola che riduce più delle altre le possibilità di venire contagiato dal virus, ed è forse quella che più fa storcere il naso: restare a casa il maggior tempo possibile. Sembra una iattura anacronistica, una punizione cui non si può in alcun modo sottostare. E invece siamo tutti chiamati a rispettarla, per quanto possibile.

Regole coronavirus

E per i molisani, che stanno vivendo una situazione davvero difficile con la chiusura dell’intero ospedale di Termoli, la regola è oltremodo necessaria. Vivere senza un ospedale vicino è infatti un fattore di rischio assoluto. Qualunque incidente, anche banale, potrebbe trasformarsi in qualcosa di peggio per via dell’impossibilità di essere curati con tempestività.

In questo senso va letto il contenuto del messaggio (che alleghiamo) del sindaco di Termoli Francesco Roberti che oggi, 7 marzo, ha deciso di appellarsi ai cittadini e agli esercenti commerciali della città. “Prestate attenzione ed evitate i luoghi affollati”. Fiere, mercati e manifestazioni varie sono già state annullate, ed il motivo sotteso è proprio quello di evitare il contatto ravvicinato tra le persone, sia in luoghi all’aperto che al chiuso.

L’invito rivolto ai commercianti, ai titolari dei centri commerciali e di tutte le attività, è quello di igienizzare il più possibile i rispettivi locali e di verificare il rispetto della distanza fra i clienti. Una tirata d’orecchie va anche a loro, responsabili di quel che accade nei loro negozi.

La chiusura del Pronto soccorso e dell’ospedale tutto è ciò che più dovrebbe indurre ad una maggiore cautela i bassomolisani. Allo stesso tempo – e ciò vale in qualsiasi regione stante la condizione emergenziale che riguarda tutte – a questi si chiede di cambiare un’altra consuetudine di cui finora si è sempre abusato: quella di intasare i Pronto Soccorso per qualunque malanno. No, il Ministero della Salute anche su questo punto è stato chiaro: si deve chiamare il 118 o il proprio medico, in nessun caso recarsi direttamente negli ospedali.

Il Sindaco di Termoli si è soffermato anche su un altro aspetto. Oggi è sabato, ma non è un sabato qualunque. Il messaggio è rivolto in particolare ai giovani. Non ci possiamo permettere di considerarlo un giorno festivo come un altro. Tutti noi, qualunque sia la nostra età, dobbiamo limitare la consueta ‘movida’. Lo dobbiamo fare per ragioni igieniche, di opportunità e di responsabilità.

Ed è questa la parola chiave di questo momento storico a tratti surreale. Perché ci sia responsabilità collettiva è necessario che ci sia la responsabilità di ognuno, nessuno escluso. Vale per i giovanissimi, per i genitori, per gli anziani o per chi si occupa di loro. Perché sono soprattutto le persone ultrasessantacinquenni a rischiare nel caso di contrazione del virus. E come loro tutti coloro che hanno patologie come diabete, chi soffre di infezioni respiratorie, chi ha malattie cardiache.

Regole coronavirus

Restare tutti sempre a casa per venti giorni è un’ipotesi irrealizzabile, sebbene sarebbe la migliore arma per distruggere il virus.  Anche perché le strutture sanitarie non sarebbero in grado di fronteggiare un aumento vertiginoso di casi.

In fondo si tratta di cambiare le nostre abitudini per qualche settimana, di rendere così di fatto più difficile al virus di trovare un nuovo “ospite” al quale passare. Nessuno ne è immune, in ogni caso nessuno di noi può saperlo in anticipo. Tutti dobbiamo fare la nostra parte.

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