Il racconto

Città svuotate, resistono solo i supermercati. Ma guai ad avvicinarsi: la ‘zona protetta’ sembra un brutto sogno

Poca gente in giro a esclusione delle grandi catene di alimentari che invece registrano un afflusso maggiore. In molti hanno deciso di fare scorta, forse per evitare di uscire secondo quanto disposto dal Decreto 'Io resto a casa' voluto dal Governo per evitare il propagarsi dell'epidemia da coronavirus. Controlli delle forze dell'ordine su strade, terminal bus, stazioni.

Città mai così poco affollate, file al supermercato che si allungano pur senza isterie viste in altre parti d’Italia. Atmosfera un po’ surreale ma mai così reale.

L’incubo coronavirus è lì e le prime ore dopo l’istituzione di una sorta di ‘zona protetta’ in tutta Italia hanno un’aria strana anche in Molise. Sembra di essere in un dormiveglia dopo un brutto sogno. Ma stavolta il risveglio è anche peggio.

Termoli dopo il Decreto Coronavirus

QUI TERMOLI – SOLO IL SUPERMERCATO RESISTE

A Termoli il ‘coprifuoco’ non si può dire certo che ci sia, ma in rari casi si è vista la città tanto svuotata. Traffico scorrevole nelle ore centrali della mattinata, e nessun problema a trovare parcheggio. Come prevedibile, la gente che è in giro si riversa in particolare nei centri commerciali.

Qui non si vede la ressa che si è vista altrove ma un certo via vai c’è. Alla Fontana, in via Madonna delle Grazie, dove c’è un grande centro commerciale e svariate altre attività, il parcheggio è pressoché pieno. All’Ufficio Postale ci sono sparuti cittadini, al bar ci sono solo un paio di clienti che prendono il caffè e la barista, munita di mascherina, amaramente commenta: “Non si lavora, ma è giusto così”.

Anche nel salone di parrucchiere ci spiegano che i clienti sono pochissimi da quando l’emergenza sanitaria è scoppiata e ci confermano che l’unica attività che ‘resiste’ è l’ipermercato. Qui l’ingresso è sì contingentato, ma ci spiegano che il numero massimo è di 100 alla volta.

Allo Scrigno, centro commerciale in via Martiri della Resistenza, il via vai di clienti è discreto e ben disciplinato, come ci spiega una addetta alla vendita di pane e dolciumi. “Abbiamo messo il nastro adesivo rosso per la giusta distanza dal banco, e quasi tutti lo capiscono e rispettano”. Idem alle casse, dove il distanziamento tra i clienti è un fatto ormai acquisito da tutti e, per chi non lo avesse capito, c’è il nastro rosso sul pavimento a ricordarlo.

Quanto ai giorni di apertura il Decreto è chiaro: “nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonchè gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati”. Ma il direttore dell’ipermercato esprime perplessità a riguardo: “così la gente si concentrerà negli altri giorni”.

Al Tigre di via Montecarlo, più piccolo dei precedenti, la ressa non c’è ma – vuoi per gli spazi più piccoli – l’impressione è che la gente sia abbastanza a contatto ravvicinato. Dalla direzione spiegano che la gente si sta ‘auto-regolamentando’. Qui i nastri rossi per delimitare la distanza interpersonale non si vedono, ma all’interno dell’esercizio commerciale sono presenti dispenser e gli addetti alla vendita indossano senza se e senza ma le mascherine.

Termoli dopo il Decreto Coronavirus

STRADE E FARMACIE – MIND THE GAP (attenzione alla distanza)

Ma in città, eccezion fatta per i locali che vendono generi di prima necessità, tanta gente non si vede e quando ci si imbatte in qualcuno la civile regola è quella di scansarsi e di coprirsi la parte bassa del volto con quel che si ha. Le mascherine, come noto, non sono introvabili ma quasi e in molti ancora chiedono dove poterla acquistare. E mentre nella Farmacia della Stazione il cartello all’ingresso dice chiaramente che questo tipo di dispositivo di protezione è esaurito, alla Farmacia Cappella a suscitare curiosità è la fila fuori dal locale. Ma la ragione è semplicemente che l’ingresso avviene uno alla volta, come specifica un foglietto sulla porta.

Campobasso

QUI CAMPOBASSO – CORSA AI RIFORNIMENTI

Nei supermercati di Campobasso si contingentano gli ingressi e inevitabilmente si creano code all’esterno degli esercizi commerciali. Come nel caso del Dok di via Pascoli dove c’è un addetto alle entrate che dà il via libera a una ventina di persone per volta.

Molti fanno scorte, alcuni hanno la mascherina, che viene indossata da titolari di bar e anche da farmacisti. Nei centri commerciali le entrate sono libere e l’affluenza non è tanto bassa: nel primo giorno si tende ad acquistare per una sicurezza psicologica, spiegano alle casse. Tante le scene di persone che proteggono bocca e naso con sciarpe o giubbotti.

Campobasso

QUI CAMPOBASSO – LA VIA DEL PASSAGGIO E’ VUOTA

Si nota che la gente è abbastanza frenetica, frettolosa nel fare la spesa, e anche distaccata se così si può dire, nel senso che pensa solo a fare tutto nel più breve tempo possibile. Poi ci sono le eccezioni chiaramente. Il traffico c’è, ci sono molte auto in queste prime ore post Decreto, con l’impressione che molti vogliano fare scorte per non uscire tutti i giorni.

A differenza di quanto avvenuto fino a ieri quando è stata la meta delle passeggiate dei campobassani questa mattina il percorso pedonale che da via Principe di Piemonte conduce verso Ferrazzano era deserto. Non si sa se gli amanti della passeggiata hanno preferito dedicarsi ad altre faccende come l’acquisto degli alimenti nei supermercati oppure se sono stati scoraggiati dal nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che vieta gli spostamenti esterni al proprio luogo di residenza.

Petacciato

L’ATMOSFERA DEL PAESE – IL CASO PETACCIATO

La fila fuori dal panificio c’è già alle 8 del mattino. “Si entra due alla volta” dice una signora di mezz’età quando qualcuno si avvicina. Meglio mantenere le distanze, non si sa mai. Il decreto ‘Io resto a casa’ che ha trasformato l’Italia intera in una ‘zona protetta’ è in vigore da poche ore, ma gente in giro ce n’è. Inizia la corsa al rifornimento, la scorta di pasta e passata di pomodoro, scatolette di tonno e litri di latte.

Anche il Molise zona rossa, spostamenti solo per “comprovati motivi di salute o lavoro” – Bar e ristoranti, stop alle 18. Scuole chiuse fino al 3 aprile

Ormai siamo tutti zona rosa” fa una vecchietta e non si capisce se lo dice apposta o meno, ma il risultato è che strappa un sorriso a chi attende il proprio turno per entrare nel supermercato. Anche in un paese di 3600 anime come Petacciato, occorre aspettare fuori. Massimo 8-10 persone in tutto all’interno del negozio e chi prova a varcare la soglia viene gentilmente respinto. “Dovete aspettare qualche minuto” ammonisce la commessa.

Per fortuna fuori non fa freddo, c’è un bel sole anche se il vento è di quelli fastidiosi che consigliano la giacca pesante. Fra gli scaffali non si parla d’altro. “Hai visto il Decreto? Eh ma ce lo siamo meritati”. E poi: “Le regole vanno rispettate, non possiamo fare come ci pare”. E ancora: “Francia e Germania vanno avanti tranquille, ma tra un po’ toccherà pure a loro”.

Petacciato

Intanto il carrello si riempie. Un po’ di macinato, degli affettati, qualche surgelato che vale per tutte le stagioni, senza tralasciare le verdure e un po’ di frutta. Ah, e poi ci sono le crocchette per cani e gatti, mica si può stare una settimana in casa senza dar loro da mangiare, no?

Non c’è ressa ma la fila è lunga e lenta a muoversi in molti casi. I bar semivuoti, la zona di passeggio di viale Pietravalle anche ma questa non è più una novità da anni. Ma le auto girano, non sembra proprio che l’hashtag #iorestoacasa abbia fatto presa da queste parti. Anche perché è chiaro che molti devono spostarsi per lavoro o per altre ragioni inderogabili, come la necessità (e la spesa al supermercato o in farmacia lo è) oppure per ragioni di salute.

Qualcuno porta in macchina l’autocertificazione. “L’ho scaricata, vale pure se c’è ancora scritto Lombardia e 14 province, vero?” chiede un giovane. Ma è difficile dargli una risposta. Almeno nei piccoli paesi è quasi impossibile controllare chi entra e chi esce e soprattutto se abbia una ragione valida o meno.

Termoli dopo il Decreto Coronavirus

I CONTROLLI: MASCHERINE E AUTOCERTIFCAZIONI

E i controlli per chi entra ed esce dalla città? Al Terminal bus di Termoli una pattuglia con due agenti della Polizia Locale controlla ma “solo chi arriva”. Quindi quelle poche, pochissime persone che scendono dai bus vengono avvicinate dai Poliziotti che chiedono loro il motivo dello spostamento. Nessun problema se non si ha con sé l’autocertificazione che il Decreto governativo ha previsto per motivare casi di salute e necessità alla base del ‘viaggio’. “Il modulo glielo forniamo noi e glielo facciamo compilare”. Ma stamane il Terminal è oltremodo vuoto.

Stesso scenario alla stazione ferroviaria di via Garibaldi, dove passeggeri se ne vedono davvero pochi. Dalla Polfer (agenti in mascherina, va da sé) ci confermano l’impressione e che l’autocertificazione è fornita anche da loro, “non è obbligatorio averla con sé”.

Graziano dirigente Stradale Campobasso Polizia

I CONTROLLI: POSTI DI BLOCCO

A Campobasso invece la Polizia stradale è impegnata a presidiare gli ingressi della città. Agli automobilisti viene chiesto conto dei loro spostamenti e di compilare l’autocertificazione. Ci si può muovere solo per comprovate ragioni di necessità, lavoro o salute.

I servizi di controllo, svolti dalle pattuglie della polizia stradale di Campobasso, in corrispondenza delle arterie di accesso alla città capoluogo per monitorare gli spostamenti dei cittadini sul territorio sottoposto alle limitazioni del Decreto emesso dal Governo per far fronte all’emergenza coronavirus.

Lungo le strade che portano a Campobasso sono già stati allestiti dei posti di controllo nelle zone strategiche come – per esempio – Porta Napoli, via Puglia, la zona industriale, rispettivamente agli ingressi Ovest ed Est del capoluogo.

Il dirigente della Polstrada, il dottore Marco Graziano, ha verificato l’organizzazione di tutti gli equipaggi presenti sulle strade affinché il dispositivo di controllo messo in campo risponda a tutte le direttive richieste per il rispetto delle nuove, e più stringenti, regole di circolazione.

Le pattuglie della polizia stradale, che controllano chi entra ed esce dalla città, hanno in dotazione l’autocertificazione sulle necessità dello spostamento da far compilare ai cittadini che non se ne sono dotati. Perché – ed è bene ricordarlo vista ancora la scarsa risposta alle direttive da parte di molti cittadini – è fondamentale restare a casa.

Ci si può muovere dal proprio comune di residenza soltanto per esigenze lavorative, per motivi di salute e infine per situazioni di necessità, cioè le attività indispensabili per tutelare un diritto fondamentale. Queste motivazioni saranno attestate da un’autocertificazione che dovrà essere presentata in caso di controllo. Dichiarazioni che le forze dell’ordine provvederanno ovviamente ad accertare e quindi chi viola le limitazioni andrà incontro ad una sanzione che prevede l’arresto fino a 6 mesi e 206 euro di multa.

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