Campobasso

Bar Centrale, parlano i Ranallo: “Tra il 4 e l’11 marzo il ragazzo positivo non è mai stato da noi”

Dopo le indagini aperte dalla Procura che ha smentito quanto circolava in un messaggio, arriva la nota dei titolari del noto locale del Corso: "Tranquillizziamo chi è stato da noi nei giorni scorsi".

Nella giornata di ieri, 11 marzo, è stato un susseguirsi di notizie, mezze verità, ammissioni, messaggi fasulli, fino al culmine delle indagini della Procura della Repubblica per un messaggio girato via whatsapp. Tutto ruota attorno al primo caso accertato di Covid-19 a Campobasso, positivo un ragazzo di 32 anni che a inizio marzo è stato a Milano. Se ne sono dette tante, come che il giovane sarebbe stato in diversi locali, tra i quali il Bar Centrale, tutto smentito dagli organi di giustizia.

 

Pronta, poche ore fa, la smentita anche dei titolari dell’importante esercizio del Corso di Campobasso. “Per tranquillizzare la nostra clientela ed evitare ingiuste e immotivate preoccupazioni a chi ha frequentato nei giorni scorsi il nostro locale – dicono i fratelli Nicola e Libero Ranallo – riteniamo di smentire con forza di non essere stati sia noi che i nostri dipendenti contattati da personale dell’Asrem, della forza pubblica o dal sistema sanitario, addirittura per ricostruire la mappa epidemiologica”.

 

I Ranallo si sono presi la briga di visionare i video delle telecamere presenti: “Il giovane nostro concittadino, di cui girano foto e audio sul web, che si sostiene contagiato dal Covid-19, non ha frequentato neppure accidentalmente il nostro locale, quanto meno dal 4 marzo alla giornata di ieri, 11 marzo (ultimo giorno di apertura seppure parziale)”.

 

L’inchiesta e i riscontri della Procura, attraverso i Nas dei Carabinieri, vanno avanti e finora è emersa la falsità delle “tardive informazioni all’autorità sanitaria, la già accertata positività dei familiari e la frequentazione di ben cinque locali” e ora sta agendo per “identificare l’autore del messaggio, per il quale si potrebbe configurare il reato di procurato allarme”.

commenta