Termoli

Interdetto l’ospedale, 150 bloccati dentro in attesa del risultato dei tamponi. C’è chi è lì da stanotte

Medici, infermieri e pazienti ricoverati al San Timoteo "blindati" nella struttura ospedaliera nell'attesa del test, fatto solo su metà delle persone. Insofferenza e sconcerto "perchè nessuno sa dirci quando e come potremo uscire". Eseguiti meno di 40 tamponi, nel pomeriggio seconda tranche di prelievi e poi l'esito del laboratorio analisi dove sono stati portati, atteso nelle prossime ore. Intanto i pazienti del 118 bassomolisano vengono portati a Vasto, il cui ospedale comincia già a "scoppiare".

Quasi 150 tra medici, infermieri e pazienti sono bloccati all’ospedale di Termoli da questa mattina, alcuni addirittura da stanotte. Una situazione di grande tensione si sta vivendo da ore nel nosocomio della cittadina adriatica, da dove non si può né entrare né uscire. Da stamattina infatti l’ospedale è interdetto perchè 3 degli 8 contagiati del Molise sono operatori sanitari e in particolare due di loro si sono recati al lavoro a partire da lunedì scorso, ignari di aver contratto il virus.

Non si sa quando la situazione si sbloccherà e dall’ospedale si potrà uscire per tornare nelle proprie case. Questo perchè dei tamponi per verificare la positività o meno al Coronavirus ne sono stati eseguiti solo la metà, circa una settantina. Si attende ancora l’arrivo della seconda tranches di tamponi provenienti da Campobasso. È lì infatti, nel Laboratorio del Cardarelli, l’unico in regione attrezzato per eseguire questo tipo di test.

Tutti i pazienti ‘dimissibili’ sono stati mandati a casa entro la mattinata, quando già si rincorrevano le voci degli operatori sanitari contagiati e della probabile chiusura al pubblico dell’ospedale (Pronto Soccorso compreso). Come poi puntualmente avvenuto in tarda mattinata.

Ma c’è anche chi è rimasto ‘bloccato’ nei reparti, compresi i tanti medici ed infermieri da cui trapela una legittima insofferenza. “Questo mi sembra un sequestro di persona”, afferma al telefono la caposala di un reparto del 2° piano della struttura ospedaliera. “Non ci comunicano nulla, siamo qui bloccati”. La disposizione – drastica ma presa dai vertici sanitari regionali onde tutelare maggiormente la popolazione – non ha trovato d’accordo tutti. “Posso capire chi ha avuto contatti diretti con le persone risultate positive, ma gli altri? Perché non ci hanno prescritto l’isolamento domiciliare?”

Sono tre gli operatori sanitari risultati positivi al Covid-19. Al medico ricoverato ieri sera al Cardarelli di Campobasso si sono aggiunti nelle ore successive una dottoressa e un infermiere (suo marito), anche questi dipendenti dell’Asrem a Termoli e in servizio al San Timoteo, dove sono stati da lunedì scorso fino a ieri.

Dentro l’ospedale si stanno dunque vivendo ore difficili, e ciò riguarda sia i reparti in cui sono presenti pazienti sia altri in cui non vi è alcun ricoverato. Oltre a tutti gli operatori che non hanno ‘smontato’ dal turno di stamattina vi sono anche alcuni che sono bloccati in ospedale da stanotte. Si tratta degli operatori della Rianimazione, colleghi della dottoressa risultata positiva perché in contatto col paziente 1 del Molise, un altro dottore del nosocomio termolese che però non era tornato al lavoro perchè, in seguito al viaggio nel Nord Italia, si era sentito male e aveva preferito restare a casa.

A tutto ciò va aggiunto che l’ospedale ‘San Pio’ di Vasto – verso cui sono stati dirottati tutti i pazienti del Basso Molise – sta vivendo ore di estrema difficoltà. “Sta scoppiando” dicono dalla cittadina abruzzese. Moltissimi i pazienti molisani che si sono recati lì, e non solo per casi urgenti (come prescritto).

L’ospedale di Vasto, dove sono state anche montate delle tende per potenziare il servizio, è in questo momento il presidio sanitario di riferimento per i pazienti bassomolisani. Chi normalmente transita dal Pronto soccorso di Termoli tramite il servizio del 118 è dirottato al San Pio perchè il Pronto Soccorso è interdetto. Gli interventi chirurgici programmati, le visite specialistiche, le analisi e i raggi per ora non si possono fare. La popolazione deve collaborare: rivolgersi al 118 solo per casi realmente seri, perchè in questo momento non si può far fronte ai codici verdi e bianchi in ospedale. Meglio rivolgersi ai medici di famiglia per sintomi lievi.

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