Termoli

15 ore chiusi dentro in attesa di tampone, poi la telefonata: “Potete tornare a casa”. Test solo su 40 persone

I dubbi e gli interrogativi per la gestione della giornata campale di Termoli che ha avuto come conseguenza la chiusura del Pronto Soccorso e l’interdizione al pubblico dell’intero ospedale. Chi ha deciso? Perché sono finiti i tamponi? Chi e come sta ricostruendo la rete di contatti della comitiva andata in montagna? Interrogazione anche del centrosinistra termolese, che chiede spiegazioni ai vertici regionali, sanitari e al sindaco come massima autorità sanitaria.

Ospedale di Termoli chiuso. Per ora fino al 15 marzo, poi si vedrà. Tutto normale? Ed è normale che ieri, 5 marzo, 120 persone siano rimaste all’interno della struttura di fatto “sequestrate” con una disposizione arrivata al telefono, e non siano state sottoposte al tampone ma rimandate a casa al termine di una giornata campale con un “arrivederci e grazie”?

Questo è accaduto al San Timoteo di Termoli, cuore di una emergenza sanitaria senza precedenti per il rischio contagio che ha messo ko una consistente fetta del contingente medico e infermieristico, già ridotto all’osso da una sanità in forte sofferenza quale quella molisana.
Il giorno dopo le domande sono tante, tutte legittime perché la popolazione, invitata dai vertici regionali e sanitari a mettere in atto le misure di profilassi indicate dal Ministero della sanità (ora più che mai fondamentali con i contagiati a Termoli saliti a 10), chiede di avere informazioni chiare e dirette. Che non arrivano.

Non arrivano circa la chiusura del Pronto soccorso e l’interdizione dell’ospedale (per ora almeno fino al 15 marzo secondo la comunicazione arrivata ai medici ma non diffusa sul territorio) e non sono arrivate nemmeno durante la giornata e soprattutto la serata di ieri.
Il personale medico e infermieristico che ieri mattina si è recato in ospedale credendo di dover prendere servizio come sempre è stato trattenuto fino a tarda ora per essere sottoposto al tampone, dal momento che da lunedì a mercoledì scorso l’ospedale è stato frequentato da due medici risultati contagiati. Ma in realtà il tampone è stato fatto solo su 39 persone, come ha anche dichiarato il Governatore Donato Toma nel bollettino ufficiale diramato in serata. E gli altri? “E’ arrivata una telefonata dalla direzione sanitaria di Campobasso alle 23 e 30 con la quale ci è stato comunicato che potevamo tornare a casa”.

ambulanze san timoteo

Tutto normale allora? Dubbi sulla gestione dell’operazione san Timoteo li ha espressi anche la coordinatrice del Laboratorio Analisi, Centro trasfusionale e Anatomia patologica del San Timoteo, nonché consigliera comunale di Fi Fernanda De Guglielmo. “Nessuno ci ha detto niente, incredibile. Aspettiamo un chiarimento dalla Direzione Generale Asrem”. Sui social, spesso terreno fertile per la polemica più stupida e sterile ma talvolta anche luogo di sane denunce, i commenti si sprecano.

“Hanno chiuso un ospedale, l’unico del Basso Molise, e soprattutto il pronto soccorso senza spiegazioni dettagliate e ufficiali in merito da parte delle autorità. Tempi e indicazioni per le emergenze vanno indicati in tutti i comuni. Serve una denuncia da parte dei cittadini lasciati all’abbandono” scrive un’utente. E ancora: “Chi ha deciso che si doveva fare così? Perché prima tamponi a tutti e poi gli operatori potenzialmente contagiati sono stati mandati a casa?”.
Gli stessi medici sono perplessi, sottolineano la gestione sicuramente poco lineare dell’emergenza. “Credevo che arrivassero i tamponi per tutti, così ci era stato detto quando ci è stato chiesto di restare. E invece il tampone non lo abbiamo fatto, malgrado le 15 ore consecutive trascorse in reparto”.

Una infermiera ammette: “Non è arrivata nessuna comunicazione di cambio turno prima delle 14 e 10, contrariamente a quello che ho letto sulle versioni ufficiali, io non sapevo nulla e mi sono presentata al lavoro”.

Indiscrezioni sostengono che i tamponi fossero terminati, ma l’impressione è che l’intera operazione sia stata condotta con un certo dilettantismo, navigando a vista, come si dice. Una impressione avallata anche dalla mancanza di risposte chiare alla cosiddetta “catena epidemiologica”.

polizia coronavirus ospedale

“So che alcuni studenti delle scuole superiori di Termoli sono stati a sciare con la comitiva partita da Termoli. Mio figlio frequenta la stessa scuola di uno di loro, ma nessuno ci ha fatto sapere nulla”.
Il gruppo, circa 40 persone, ha soggiornato in Val di Fassa fino al 28 febbraio. Una zona tranquilla dal punto di vista del virus, assolutamente non rossa e nemmeno gialla. Non c’è stata alcuna “negligenza” e tantomeno irresponsabilità da parte dei medici che sono andati a trascorrere un periodo di vacanza con altre persone perché, fino a prova contraria, l’emergenza non sta assolutamente limitando la libera circolazione di persone. “Sono state chiuse le scuole ma non i centri commerciali, per esempio. Nei locali si organizzano feste ed eventi. Di che cosa stiamo parlando?” chiede un altro utente. E sintetizza: “Che posto ipocrita, si accusa la gente di partire per destinazioni sicure e poi non si rinuncia alla serata nel pub”.

La tempesta imperfetta del coronavirus a Termoli e la gestione dell’operazione San Timoteo mobilitano anche il centrosinistra di Termoli, che chiede conto di quanto successo ieri all’ospedale San Timoteo, dove si è decisa la chiusura al pubblico e allo stesso tempo circa 120 tra personale e pazienti sono stati ‘blindati’ all’interno in attesa di essere sottoposti a tampone. I dem pongono un’interrogazione urgente al Sindaco di Termoli, nella sua qualità di Autorità Sanitaria cittadina, e la indirizzano anche al Presidente della Regione, al Prefetto di Campobasso, ai direttori generale e sanitario dell’Asrem.

“Quel che è successo ha dell’inverosimile e abbiamo necessità di avere risposte serie e concrete”. Queste le domande: chi e perché ha deciso la chiusura del nosocomio impedendo l’entrata e l’uscita? E poi, perché sono stati effettuati tamponi per verificare la positività o meno al Covid-19 in numero inferiore rispetto a tutte le persone trattenute? Medici, infermieri e pazienti che – ricordiamo – sono stati trattenuti per ore, ma alcuni di loro sono usciti in tarda serata senza che gli fosse fatto il prelievo.

Centrosinistra conferenza stazione

Ed è anche questo che si chiedono i consiglieri Pd e VotaXTe (Sbrocca, Vigilante, Casolino e Scurti), in opposizione al Consiglio di Termoli: “Per quale motivo queste persone sono state dapprima trattenute nel nosocomio e poi, verso le 22.30, sono state fatte andar via?”.

I gruppi di maggioranza del Comune di Termoli hanno replicato definendo le domande “interrogazioni sterili, fini a se stesse e a dir poco strumentali che, in un momento critico come questo, assumono carattere di sciacallaggio. Spiace, davvero, dover rilevare una condotta politica di così basso profilo da parte di chi ha sempre puntato il dito contro simili atteggiamenti”.

Il quesito finale è se queste stesse persone si sono recate o meno in ospedale stamattina. Insomma, domande fondate. Che senso ha blindare gli operatori sanitari per ore e ore se gli stessi sono rientrati oggi in corsia senza aver fatto il tampone?

 

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