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Vita da prof nei giorni del coronavirus: web-lezioni, registro elettronico, compiti online. “Mi manca il contatto con i ragazzi”

Elena Berchicci, giovane docente di lettere ad Ancona, giornalista e collaboratrice di Primonumero.it, racconta come funziona l’insegnamento in questi giorni in cui, nelle Marche, le scuole sono state chiuse come misura di contrasto al contagio

“La vita di una prof ai tempi dell’emergenza coronavirus è strana”. Elena Berchicci, giovane docente termolese, racconta da Ancona – dove insegna in una scuola media del centro – questi giorni singolari che tra le tante conseguenze sul cambio di abitudini degli italiani hanno avuto come effetto diretto, per diverse aree geografiche, sostituire le lezioni in classe con le lezioni via web, e cioè da casa.

Nelle Marche infatti le scuole sono state chiuse martedì pomeriggio dal presidente Ceriscioli.

Perché? Cosa è successo?

“Per la vicinanza con un caso sospetto di contagio a Rimini, poi risultato positivo. Il provvedimento però è stato impugnato dal Governo ed è stato annullato dal Tar. Inizialmente la chiusura delle scuole era prevista fino al 4 marzo compreso, ma ora le cose sono cambiate e sabato 29 febbraio sarà l’ultimo giorno di chiusura. Lunedì si torna in classe, anche se nel frattempo la situazione è cambiata perché i casi accertati sono 6 nella provincia di Pesaro Urbino, con cento le persone in isolamento domiciliare perché sintomatiche, tra cui 20 nella provincia di Ancona”. (altri 5 casi sono in attesa di verifica all’Iss, ndr)

 

Quindi si vive nell’incertezza?

“Sì”

Hai parlato con i ragazzi di questa emergenza?

“Certo, nei giorni scorsi ho avuto modo di discuterne anche perché loro stessi hanno chiesto informazioni in merito. Quello che ho potuto sottolineare è stata sicuramente la maggiore attenzione all’igiene, che ovviamente deve esserci sempre, costantemente, non solo di questi tempi. Ma soprattutto l’attenzione a come e dove ci si informa”.

Il rischio sono le fake news?

“Esattamente, ed è un rischio alto. Importante specialmente per i ragazzi prestare molta attenzione alle notizie che circolano sui vari social e far riferimento solo ai giornali seri, al telegiornale, verificare per quello che possono le informazioni  senza cadere nella trappola delle bufale e dei falsi”.

Cosa è cambiato nella tua giornata?

“Tutto e niente. Mi spiego: niente sveglia alle 6.30 per essere alle 8 a scuola, niente campanella che scandisce le ore, niente colloqui con i genitori, niente ricreazione, niente incontro con gli studenti e lezioni in classe, niente scambio di chiacchiere con i colleghi e il personale. Vale per me ma non vale per tutto il personale scolastico, lo preciso. I collaboratori del preside sono infatti chiamati a coordinare il lavoro da scuola visto che le attività di segreteria e preside continuano, come quelle del personale Ata preposto a sterilizzare tutto. Ma per il resto non cambia nulla, il pomeriggio e anche la mattina sono dedicati alla preparazione delle lezioni. Certo i tempi sono più distesi, ma l’organizzazione del lavoro resta la stessa: lezioni da preparare, attività da programmare, compiti da predisporre”.

elena berchicci

Come vi siete organizzati?

“Dopo un primo iniziale giorno di stop alle attività, la mia scuola ha organizzato per giovedì mattina un incontro via web in video-chiamata per tutti i docenti con la preside e i suoi collaboratori. Ci hanno spiegato come procedere anche lavorando da casa, perché anche se la scuola è chiusa la didattica non deve fermarsi. Come ho scritto ai miei alunni via mail, abbiamo deciso di continuare a lavorare “un po’ per non farvi perdere il ritmo, un po’ per non farvi annoiare e un po’ anche per tenervi lontano da telefoni, pc e giochi!”

E come funziona la web-lezione?

“Tramite il registro elettronico e con l’uso di una cartella condivisa a cui tutti possono accedere, noi docenti possiamo caricare il materiale online e tutti possono vederlo. Non è facile spiegare i nuovi argomenti però, e la spiegazione dell’insegnante resta sempre fondamentale, per questo negli ultimi giorni abbiamo potuto dare loro compiti che potevano essere di ripasso o di argomenti particolarmente facili”.

E’ complicato fare la prof senza vedere i ragazzi, senza parlare con loro?

“Sì, lo è. Certo, a regolarci deve essere il buonsenso, visto che se tutti i docenti caricano di compiti gli studenti i ragazzi vivranno questi giorni peggio di come dovrebbe essere. Motivo per cui ho deciso, da docente di lettere, di non assegnare ulteriore lavoro rispetto a quello già assegnato durante i giorni di lezione, ma di dare loro la possibilità di rivedere il materiale delle attività svolte in classe, ripassare e soprattutto leggere il libro della biblioteca”

La tecnologia è un aiuto?

“La tecnologia in questi casi aiuta, anche perché tramite pc e internet tutti riescono a connettersi e a ricevere il materiale stando comodamente seduti alla scrivania, anche se bisogna tener conto di ogni situazione presente, come quella dei ragazzi stranieri per cui il lavoro è diverso”.

Fate anche le web-lezioni in video?

“Ne avevo prevista una con gli alunni di terza media che quest’anno hanno gli esami, era un modo diverso di fare lezione, una modalità nuova che era interessante sperimentare, ma con il cambiamento del provvedimento ho preferito annullarla per dare la possibilità ai ragazzi di fare altre attività, visto che qualcuno non avrebbe potuto connettersi. Ricominceremo lunedì, sperando che la situazione migliori e che si torni alla normalità. Potrà sembrare strano, ma è meglio tornare a scuola. Significherebbe poter tornare alla normalità, anche perché il contatto diretto con gli studenti è la cosa più bella che possa esserci”.

 

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