Campobasso

“Verità per Giulio Regeni”: lo striscione sul balcone della Casa della Scuola

Questo pomeriggio, 3 febbraio, l’amministrazione comunale di Campobasso e i rappresentanti locali di Amnesty International hanno deciso di tornare a parlare di un caso che ancora racchiude in sé molte ombre.

A quattro anni esatti dal ritrovamento in Egitto del corpo martoriato del ricercatore universitario italiano Giulio Regeni, questo pomeriggio, 3 febbraio, l’amministrazione comunale di Campobasso e i rappresentanti locali di Amnesty International hanno deciso di tornare a parlare di un caso che ancora racchiude in sé molte ombre. Lo hanno fatto ritrovandosi nei locali della BiblioMediaTeca di via Roma facendo il punto sulla situazione relativamente alle indagini e agli sviluppi che questo caso ancora aspetta di poter portare a conclusione.

 

All’incontro erano presenti, oltre al sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, anche Maria Luisa Cavallo, viceresponsabile della Circoscrizione Amnesty International Abruzzo-Molise, Francesco De Ritis, responsabile del Gruppo Amnesty International di Campobasso, Paola Felice, vicesindaco di Campobasso e i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle Giovanna Falasca e Antonio Musto.

Giulio Regeni

“Di comune accordo con Amnesty International, abbiamo avvertito il profondo bisogno di trasmettere come amministrazione comunale e come città la nostra vicinanza alla famiglia di Giulio Regeni che da 4 anni è in attesa che vengano dipanati tutti gli innumerevoli dubbi legati alle indagini svolte dalle autorità egiziane – ha affermato il sindaco Roberto Gravina –. Tornare a chiedere con forza attenzione per un caso irrisolto che dimostra quanto sia ancora lunga la strada per garantire il rispetto dei diritti civili alle popolazioni di certe zone del mondo è importante e necessario, perché troppo spesso, nel concentrarci solo ed esclusivamente sulla nostra realtà, dimentichiamo i valori universali che ci hanno permesso oggi di poter vivere in uno stato moderno e libero. Regeni è stato non solo rapito e ucciso, ma prima di essere ucciso è stato torturato e la tortura, purtroppo, è una pratica ancora fin troppo diffusa in molte nazioni”.

 

Il primo cittadino, al termine dell’incontro, insieme con i rappresentanti di Amnesty International che hanno ringraziato l’amministrazione cittadina per la sensibilità e l’attenzione sul caso Regeni, ha provveduto ad appendere al balcone principale della Casa della Scuola di via Roma, uno striscione che verrà lasciato esposto e che chiede verità e giustizia per Giulio Regeni e per la sua famiglia.

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