Santa croce di magliano

Simboli della Shoah all’ingresso della scuola, emozioni nel Giorno della Memoria

Sussulta e sale in alto la voce del ricordo nel corso della “Giornata della Memoria”, per trasmettere il valore dei suoi insegnamenti più profondi. Il 27 gennaio, negli ampi spazi polifunzionali della palestra, in Via Caduti di Nassirya, tutte le classi della Scuola media si sono strette intorno alle immagini del film “La Chiave di Sara”.

La professoressa Mariateresa Pritoni, responsabile di plesso, ha presentato l’importanza della giornata, ricordando come lo studio delle atrocità, accadute durante il Nazismo, deve educare a mettere in campo azioni di pace, contro ogni forma di razzismo e di violenza a danno della persona umana. La scuola, dunque, ha un compito di alto profilo educativo. Mediante lo studio, l’orientamento, la cultura, l’educazione al senso civico e al rispetto dell’altro, ogni istituto educativo può aiutare senz’altro i ragazzi ad agire meglio, per affermare la convivenza civile tra svariati gruppi sociali e popolazioni diverse. E per evitare, in definitiva, che tragedie così dolorose e barbare, come quella dell’olocausto, non si ripetano mai più.

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Prima della proiezione del film, Caterina e Letizia hanno cantato “Auschwitz”, alzando il monito profondo proveniente dal lager: “Quand’è che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare”. Il film sull’atroce storia della piccola Sara, con un epilogo drammatico e i suoi tanti sensi di colpa, ha suscitato un interesse particolare e non poche emozioni. “Il film è stato interessante e al tempo stesso toccante – precisa Jenny, un’alunna di terza – perché si tratta della storia vera di Sara, costretta a chiudere a chiave il fratellino in un armadio, per evitare il rastrellamento e la deportazione. La protagonista resterà sconvolta per la morte del fratellino quando riaprirà l’armadio per riabbracciarlo”.

Tante emozioni. Tanti sussulti emotivi. Tante corali riflessioni per abbracciare i sentimenti del cuore. Chi crede nel bene comune e nella vita vera, deve abbandonare ogni forma di odio e di cattiveria. Lo studio a memoria di poesie, l’elaborazione espressiva sui simboli più comuni della Shoah, insomma la costruzione di una scena – con valigie e scarpe – ad alto valore simbolico all’ingresso della scuola, hanno reso più efficace l’insegnamento della memoria.

Hanno collaborato alla costruzione dello scenario le professoresse Giuseppina Ferrante, Simona Concettini e la componente genitori. Per la riuscita dell’iniziativa tutti i docenti della scuola. Musiche e coordinazione a cura del prof. Nicola Grimaldi. Ma il cammino della memoria non si ferma qui. Prosegue a febbraio con “Viva la libertà”. Si tratta di un pezzo teatrale che porterà sulla scena ottanta ragazzi dell’Omnicomprensivo “Raffaele Capriglione”.

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