Molise sempre più povero

Polfer, coro di no contro la chiusura a Campobasso: appello al ministro dell’Interno

Due distinte mozioni sono state presentate per scongiurare il piano del Viminale: la prima del centrosinistra al Comune di Campobasso, la seconda di Aida Romagnuolo in Consiglio regionale. A rischio il presidio di pubblica sicurezza e dieci posti di lavoro

Ha scatenato reazioni di protesta la notizia della chiusura del presidio di Polizia ferroviaria nel capoluogo di regione: il Molise sarebbe l’unica regione senza un punto di pubblica sicurezza all’interno di una stazione ferroviaria. Quello di Isernia è stato già chiuso, ora tocca (almeno secondo quando previsto da un piano del Viminale) al presidio campobassano presso il quale sono impegnati dieci poliziotti impegnati nel contrasto ad episodi di microcriminalità come furti, scippi e spaccio che potrebbero avvenire all’interno della stessa stazione.

La politica perciò ha deciso di mobilitarsi nelle diverse sedi istituzionali: dopo l’interrogazione dell’onorevole Anna Elsa Tartaglione, sia a palazzo San Giorgio che in Consiglio regionale sono state presentate due distinte mozioni per chiedere al Ministero degli Interni di modificare il progetto di riorganizzazione degli uffici della Polfer sul territorio italiano. E’ prevista infatti la chiusura di dieci presidi.

Al Comune di Campobasso il centrosinistra ha depositato una mozione, di cui primo firmatario è l’ex sindaco Antonio Battista. Con lui i consiglieri del Pd Giose Trivisonno, Alessandra Salvatore e Bibiana Chierchia.

Ci sarebbero “gravi e pesantissime ripercussioni sulla sicurezza in ambito ferroviario e anche in  città, considerata l’azione di prevenzione attualmente esercitata dalla Polizia Ferroviaria di Campobasso”, il ragionamento degli esponenti di opposizione. “La soppressione  produrrebbe gravi conseguenze sulla sicurezza delle reti ferroviarie regionali. Se la decisione dovesse essere confermata essa  precluderà al capoluogo di regione la fondamentale presenza di un indispensabile presidio di sicurezza della rete ferroviaria e per la città,  si pensi che ad Isernia il posto di Polizia ferroviaria è stato già chiuso da diversi anni causando il peggioramento tangibile delle condizioni di sicurezza di quei siti. Senza il posto Polfer si perderebbe infatti una attività di prevenzione del crimine e un filtro facente parte del sistema sicurezza di Campobasso,  non ci sarebbe la vigilanza nelle sale di attesa, negli spazi ferroviari,  nei parcheggi, generando un appesantimento  notevole a carico della Questura di Campobasso”.

L’obiettivo della mozione è quello di spingere il ministro Luciana Lamorgese, esponente del Governo Conte bis nato dall’alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle, di ritirare il progetto.

 

Aida Romagnuolo, esponente di Prima il Molise in Consiglio regionale ed ex rappresentante della Lega, ha presentato una mozione per “chiedere l’impegno del presidente della Giunta regionale e dell’assessore regionale competente di adottare tutte le iniziative atte a garantire che sia esclusa la soppressione del presidio di Polizia Ferroviaria della stazione di Campobasso. La Legge Madia, in un’ottica di razionalizzazione della spesa pubblica, prevede un sostanziale taglio di presidi di Polizia Ferroviaria”.

Attualmente nel presidio di Polizia Ferroviaria di Campobasso lavorano dieci agenti che svolgono “un ruolo di prevenzione” e rappresentano “una sicurezza per tutti i viaggiatori dal momento che ha sempre svolto il proprio lavoro con ottimi risultati e reso la stessa stazione un posto sicuro. Il Molise – ha ricordato la Romagnuolo – già in passato ha subito le razionalizzazioni dall’Amministrazione Centrale perdendo il presidio di Polizia Ferroviaria di Isernia. I sindacati di Polizia, ha concluso Romagnuolo, hanno per la circostanza giustamente espresso timore per la soppressione del posto di PolFer della stazione di Campobasso, perché un provvedimento del genere comporterebbe sulla tratta Campobasso – Roma, la permanenza di unico presidio, quello di Cassino, penalizzando di fatto le aree interne e lasciandole maggiormente esposte ad episodi di criminalità“.

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