Ritorno amaro in molise

Perde il lavoro a 28 anni e non ne trova uno nuovo. “Ho una moglie e due figli, sono disperato”

Avere 28 anni, una moglie, un figlio piccolo e uno che verrà alla luce fra qualche mese. E di colpo, non avere più un lavoro. È la storia di Marco (nome di fantasia), termolese che sotto l’albero di Natale ha trovato un amaro regalo. Ha perso l’impiego che aveva e da allora non sa più come barcamenarsi.

Marco ha contattato le redazioni giornalistiche del Basso Molise, fra cui Primonumero.it, per chiedere di scrivere la sua storia e noi abbiamo raccolto il suo grido di dolore.

Marco lavorava da quasi due anni in una fabbrica ad Ancona, nelle Marche. Sua moglie Anna (nome anche questo di fantasia) e il loro piccolo bambino (che oggi ha 15 mesi) erano rimasti qui, così da gravare meno sulle tasche della famiglia. Lui appena poteva scendeva nella sua città per riabbracciarli. Ma a dicembre la doccia fredda: il contratto in scadenza non gli viene rinnovato e lui si ritrova improvvisamente senza quell’unica entrata con cui riuscivano ad andare avanti.

“Sono sconvolto e disperato”, racconta Marco che dopo aver cercato in lungo e in largo ad Ancona e dintorni un nuovo lavoro ha deciso di fare armi e bagagli e di tornare dai suoi in Molise. “Cosa restavo a fare lì, desolato e solo?”. Quindi il ritorno a casa dove, frattanto che Marco sta cercando un nuovo impiego,  almeno ci sono Anna, incinta di 5 mesi, e il suo piccolino.

Ma Anna e Marco sono seriamente preoccupati, perché dalla ricerca non sta venendo fuori nulla. “Ho cercato ovunque, in tutte le agenzie, nei ristoranti, dovunque”. Marco d’altronde è uno che di lavori, da quando aveva 16 anni e ha iniziato col fare lo spiaggista, ne ha fatti tanti: operatore ecologico, barista, cameriere, operaio. “Anche ora, mi accontento di qualunque cosa, purchè lavori”.

È un grido disperato quello che ci ha lanciato Marco, e che noi vi proponiamo sperando che serva a qualcosa. Oltre ai canali di ricerca tradizionali, Marco sta provando col vecchio e caro passaparola sperando che venga fuori qualcosa per lui. “Ma le agenzie per il lavoro mi dicono sempre che mi richiameranno e poi non lo fanno”. Su internet Marco ha anche mandato dei curriculum nelle strutture alberghiere del Nord, tentando la strada delle stagioni invernali come cameriere o altro. Niente anche lì.

Al Centro per l’Impiego di Termoli, dove è iscritto, si è recato, ma anche lì pare sia stato tutto vano. “Non mi danno neanche la disoccupazione, nè il reddito di cittadinanza. Dicono che ci vorranno 2 mesi perché la pratica per la Naspi si avvii”. Ma Marco non sa come far passare questi due mesi. “Come faccio a ‘campare’ la mia famiglia in tutto questo tempo?”. Genitori, suoceri, fratelli e sorelle vivono qui, chi a Termoli chi a Campomarino, ma Marco non vuole chiedere loro un aiuto economico. Però i risparmi ottenuti col suo lavoro sono finiti.

Lo sconforto sta prendendo il sopravvento, anche se Marco sa benissimo che non gli è rimasto altro – usa questa espressione – che continuare a provarci, e a sperare. Certo, il periodo non è dei migliori per la ricerca di lavoro, come ben sanno tutti quelli che ne sono attanagliati e che finiscono per pensare che sia tutto, tutto inutile. Però il pagamento dell’affitto, delle spese e del vitto non segue certo la stagionalità delle imprese. Anna non lavora, e difficilmente potrà farlo ora che è in gravidanza, e Marco deve sobbarcarsi tutte le spese, a partire da quei circa 400 euro per la piccola casa in affitto, “l’unica che abbiamo trovato”.

Marco ha un diploma triennale di ‘operatore meccatronico’ preso nell’istituto ‘Scuola e Lavoro’ del comune adriatico molisano. Sa dunque utilizzare torni, frese, trapani, insomma le macchine industriali. Ma come detto, si adeguerebbe a fare anche altro. Ironia della sorte, proprio in questo periodo difficile gli si è rotta l’automobile. La sua è una richiesta d’appello.

commenta