Vertice in prefettura

Ospedali senza medici, emergenza infinita. Nuove assunzioni a rilento: “Si rischia la paralisi”

Lo stop allo sciopero dei camici bianchi proclamato dalle sigle sindacali è l'unico risultato concreto ottenuto dopo la riunione di tre ore che questa mattina (4 febbraio) si è svolta in Prefettura a Campobasso alla presenza del commissario alla sanità Angelo Giustini e del commissario Asrem Maria Virginia Scafarto. Solo a marzo sarà espletato il concorso per anestesisti, la cui carenza ha costretto a rinviare nelle scorse settimane gli interventi programmati al San Timoteo e al Veneziale. All'ospedale di Termoli sarà tamponata l'emergenza grazie all'entrata in servizio di un giovane dottore in Pronto Soccorso.

I molisani quando potranno usufruire di una sanità adeguata? E i medici che operano negli ospedali regionali quando potranno tirare il fiato e lavorare secondo le disposizioni del contratto, in sicurezza? La luce in fondo al tunnel non si intravede nemmeno al termine della riunione fiume convocata questa mattina (4 febbraio) nell’Ufficio territoriale del Governo dal prefetto Maria Guia Federico. Un confronto di tre ore e ad alta tensione che si è svolto alla presenza del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro Angelo Giustini e del commissario dell’Asrem Maria Virginia Scafarto, oltre che delle sigle sindacali che avevano richiesto il tavolo di conciliazione per risolvere l’emergenza. Assente invece la Regione Molise. 

I nosocomi molisani rischiano di andare in tilt. “Si rischia la paralisi”, la previsione nerissima di David di Lello, presidente della sezione regionale del sindacato Aaroi-Emac.

Del resto, tra la fine del 2019 e l’inizio del nuovo anno all’ospedale San Timoteo di Termoli e al Veneziale di Isernia sono stati rinviati gli interventi programmati perchè non c’erano anestesisti. Per reperirne altri e rimpinguare l’organico l’Asrem ha organizzato un concorso che sarà espletato solo a marzo, come annunciato da Virginia Scafarto durante l’incontro in Prefettura.

Troppo poco per fronteggiare le criticità aggravate dai pensionamenti. Insufficiente (almeno come soluzione a lungo termine) pure il ricorso alle cosiddette ‘prestazioni aggiuntive’, ossia ore extra di lavoro richieste – e pagate – ai medici, al di là delle 38 ore settimanali previste nel contratto. La spesa graverà non poco sul bilancio dell’Asrem provocando ulteriori debiti. Dei debiti della sanità si è parlato anche oggi, quando i sindacati hanno chiesto perchè il Molise non riesca ad uscire dal commissariamento dal momento che grazie all’aiuto delle altre Regioni era stato attivato un fondo di solidarietà. Invece il deficit aumenta e ci sono altri 86 milioni di euro da oagare, come ha annunciato il governatore Donato Toma la settimana scorsa.

Negli ospedali molisani opera la metà dei dottori che servirebbe. Le carenze sono particolarmente gravi non solo per gli anestesisti, ma anche in Pediatria, Neonatologia, nei Laboratori analisi. Basti ricordare, ad esempio, che a Termoli un operatore sanitario si è sentito male ben due volte in pochissimi giorni a causa dell’eccessivo carico di lavoro.

In Prefettura il commissario Giustini, ha riferito chi c’era, ha ricordato che da tempo si è rivolto al Ministero per risolvere il problema nonostante il sblocco delle assunzioni previste nel decreto Calabria anche per le Regioni in piano di rientro. Con i concorsi andati deserti, il tavolo tecnico ha bocciato tutte le soluzioni proposte come l’impiego dei medici in pensione o degli specializzandi.

E alla fine della riunione di questa mattina, quando i giornalisti presenti hanno provato a chiedere informazioni al commissario, lui ha preferito non fermarsi.

Il dottore Massimo Peccianti, segretario Anaao Molise, non lo nasconde: “Non abbiamo risolto niente. Però c’è la speranza che organizzando dei tavoli con i l’azienda sanitaria, il commissario e la parte politica che dovrà nominare il nuovo commissario dell’Asrem, si possa raggiungere qualche risultato. Lo speriamo per gli utenti molisani”. La settimana prossima sarà organizzato un calendario di incontri con le rappresentanze sindacali per affrontare le varie emergenze.

Dunque per ora lo sciopero dei medici non ci sarà: questo è l’unico risultato ottenuto al tavolo in Prefettura. Ma “aver scongiurato lo sciopero non vuol dire avere trovato soluzioni nell’immediato”, la sintesi di David Di Lello, presidente della sezione regionale del sindacato Aaroi-Emac . “Automaticamente non si potranno garantire servizi ai cittadini senza risolvere le carenze che saranno causate dai pensionamenti, si paralizzerà una serie di attività”. E sulle prestazioni aggiuntive ha rimarcato: “C’è un limite dettato dalla legge: non si possono prestare più di 48 ore lavorative in media a settimana. Quindi bisogna trovare soluzioni alternative che nell’immediato potrebbero essere contratti libero-professionali nelle more dell’espletamento dei concorsi”.

L’interruzione di pubblico servizio è una eventualità scongiurata per ora anche al San Timoteo di Termoli, almeno per il momento. Qui la settimana scorsa il direttore Sassi ha illustrato l’unica possibilità per andare avanti senza dover chiudere, come si dice, baracca e burattini. Le prestazioni aggiuntive, chiaramente retribuite con fondi reperiti su un bilancio già gravemente dissestato, sono la strada maestra indicata per andare avanti. Vale per tutti i reparti, dove però i medici sono già allo stremo e da tempo lavorano ben oltre le ore previste dal contratto.

E vale a maggior ragione anche per il pronto soccorso di Termoli, dove rispetto alla pianta organica che prevede 12 camici bianchi i dottori in servizio, sono soltanto 5. Anche con le prestazioni aggiuntive il problema non si risolverebbe. L’unica buona notizia, però, sebbene insufficiente a garantire la normale turnazione del servizio – ormai essenziale per un bacino di 150mila persone – è l’assunzione di un giovane medico che ha partecipato al concorso e che prenderà servizio a metà febbraio. Meglio di niente.

 

 

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