L'Ospite

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La Candelora: la festa dell’incontro

di don Mario Colavita

 

Nella quotidianità cittadina non ci si accorge quasi più che il 2 febbraio si celebra un’antichissima festa, comune alle Chiese dell’Oriente e dell’Occidente, che una volta aveva da noi una grande importanza nell’anno contadino: la Candelora

Giuseppe e Maria, osservando la legge di Mosè, portano il bambino al tempio di Gerusalemme per riscattarlo (ogni primogenito sarà sacro al Signore). Dalla scena descritta da Luca la liturgia ne ha sottolineato un aspetto: l’incontro tra Gesù il giusto Simeone; perciò nel mondo greco la festa ha ricevuto il nome di hypapanti, incontro

In questo stare insieme del bambino con l’anziano, la Chiesa vede raffigurato l’incontro tra il mondo pagano che andava scomparendo e il nuovo che  inizia in Cristo, tra il tempo dell’Antica Alleanza che sta per finire e il tempo nuovo della Chiesa dei popoli.

Gesù bambino è riconosciuto come la salvezza, luce delle genti, gloria del popolo.

Una bella professione di fede che Simeone (il nome significa: colui che ascolta e obbedisce), propone a tutti. Lui diventa segno del credente che sa aspettare, riflette e accoglie le scritture e le vede realizzare nella gloria di Dio incarnata nel bambino Gesù.

Simeone spinto dallo spirito santo, giunge al tempio di Gerusalemme. Egli è figura di Israele fedele, popolo dell’attesa, custode della shekinah (la gloria di Dio che abitava il tempio). Mi piace vedere in quest’uomo giusto e devoto l’uomo attratto da Dio e dal suo amore, l’uomo che desidera l’incontro e l’uomo che diventa incontro di salvezza.

La festa dell’incontro e della luce.

Oggi vi possiamo vedere un altro di incontro: tra il mondo indifferente e quello rimasto dei cristiani.

L’indifferenza a Dio si incontra con il desiderio di alcuni credenti che cercano Dio nel figlio incarnato.

È festa della luce, quella che diventa aiuto per quanti vogliono salvarsi. Cristo è la luce delle genti, la sua luce, scrive il concilio Vaticano II, risplende sul volto della Chiesa.

Di questa luce non possiamo farne a meno, senza di Cristo la Chiesa perde, diventa come un’associazione tra le altre, con Cristo luce delle genti la Chiesa diventa madre, maestra, di umanità e mediatrice di salvezza.

Simeone come lampada vive della parola di Dio, diventando testimone di salvezza.

La festa con il tempo ha accentuato il segno della candela che benedetta veniva riportata a casa e, soprattutto nel mondo contadino, la sua cera serviva per propiziare la terra e tenere lontano le malattie dagli animali. Durante temporali e grandinate, la candela veniva accesa come protezione e in caso di agonia aiutava alla morte serena.

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