Il cardarelli di campobasso

Inchiesta sull’ospedale: indagini su antincendio e sicurezza sismica. “Ci sono carenze, lavori urgenti”

Dopo due anni di attività d'indagine che ha fatto seguito ad un esposto presentato sul nosocomio del capoluogo, gli accertamenti tecnici svolti dal Comando dei vigili del fuoco e dalla Polizia hanno messo in evidenza i primi problemi dell'edificio, la cui costruzione è iniziata negli anni Sessanta e al centro di diversi studi sulla vulnerabilità sismica. "Non ci sono rischi altrimenti avremmo fatto sgomberare la struttura, ma deve essere adeguato con interventi edili e all'impiantistica antincendio".

“Se ci fossero stati dei rischi, l’ospedale Cardarelli non sarebbe rimasto aperto”. Una rassicurazione fondamentale per gli operatori sanitari e i malati ricoverati nel principale presidio del Molise. E queste parole sono ancora più importanti perchè arrivano direttamente da uno degli ingegneri del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Campobasso, impegnato da due anni nell’inchiesta aperta dalla Procura sulle condizioni in cui versa il Cardarelli dal punto di vista sismico. Ma non solo. C’è tutto il ‘capitolo’ sulle carenze antincendio che hanno fatto sobbalzare più di qualcuno dalla sedia.

Tutto è cominciato dopo la presentazione di un esposto che denunciava i problemi del nosocomio del capoluogo a partire dalla porzione adiacente all’obitorio, la parte che di lì a poco sarebbe stata recitata. Dalle pareti dell’ospedale, il cui primo blocco è stato costruito negli anni Sessata, si sbriciolavano calcinacci, dai pilastri si nota il deterioramento dei ferri fuoriusciti ed esposti alle intemperie. All’interno del nosocomio, poi, non sono sfuggite le crepe comparse al sesto piano, nell’ala che ospita Ginecologia, Medicina e le stanze di medici e studenti, di cui vi abbiamo parlato lo scorso 12 agosto.

Quindi, su delega della Procura si sono occupati del presidio di contrada Tappino sia la Polizia che i vigili del fuoco.

Le indagini tecniche sono alle ultime battute. Poi toccherà agli inquirenti tirare le somme, accertare se ci sono responsabilità e a chi sono in capo.

Siamo a buon punto, fra sei mesi (salvo complicazioni) il nostro lavoro dovrebbe concludersi“.Sia al Comando provinciale di via Sant’Antonio dei Lazzari che in Questura, ci sono faldoni di carte, documenti raccolti in questi 24 mesi di lavoro. Un lavoro che è stato esteso alla sicurezza antincendio.

“Tutto è nato come verifica della sicurezza statica dell’intero complesso edilizio dell’ospedale Cardarelli”, spiega a Primonumero. “Sono stati svolti accertamenti e verifiche per avere contezza della condizione di idoneità statica dell’edificio ed è stata verificata anche la documentazione ai fini della prestazione sismica. Fino ad arrivare alla verifica della sicurezza antincendio”. 

Molti aspetti dell‘inchiesta sono ovviamente ancora coperti dal segreto istruttorio e tra gli investigatori c’è riserbo a parlare di alcuni aspetti di una vicenda talmente delicata che ha messo in subbuglio l’ospedale stesso e i piani alti della politica regionale quando sulla stampa sono comparsi i primi articoli.

“Il Cardarelli è un edificio compatibile con la tipologia costruttiva dell’epoca che era profondamente diversa da quella attuale”. Erano gli anni Sessanta, le nuove norme costruttive antisismiche sono state introdotte dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 e soprattutto dopo il sisma di San Giuliano di Puglia (2002) e dell’Aquila (2009).

A detta dei tecnici, sono necessari dei lavori urgenti per adeguare l’ospedale alla normativa antisismica e dal punto di vista dell’antincendio. Sull’ospedale ci sono finanziamenti importanti, circa 100 milioni di euro. 

I lavori di adeguamento dovrebbero iniziare tra poco. Obiettivo: aumentare la sicurezza sismica e rendere l’ospedale in linea con la normativa antincendio per le strutture sanitarie, particolarmente complessa dal momento che parliamo di un nosocomio che cura persone di tutte le età, dai bambini agli anziani. Interventi che riguarderanno dunque pure gli impianti.

Intanto l’Asrem ha avviato una importante campagna finalizzata al miglioramento della sicurezza antincendio formando tutto il personale come addetti all’antincendio ad alto rischio. Un lavoro rivolto agli aspetti gestionali dell’emergenza.

Infine tocca alla magistratura accertare eventuali reati dopo l’esposto. E tocca alla politica investire su quello che nella riorganizzazione sanitaria è l’ospedale più importante della regione, il cui ruolo è talmente fondamentale da non potersi ‘permettere’ carenze che possano mettere a rischio la vita di pazienti e personale.

 

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