Santa croce di magliano

In Villa D’Amico trionfa l’allegoria della Quarantana

Trionfa il murales sulla tradizione della Quarantana in Villa D’Amico nelle sue forme più primitive. Nell’ambito del Premio Antonio Giordano Street Art, l’opera pittorica, originale nella sua interpretazione, è stata realizzata da Guerrilla Spam e 108, a ridosso dello stadio “Vincenzo Cosco”.

La tradizione santacrocese è alquanto singolare nel suo linguaggio espressivo. Abbraccia, tra svariati toni emotivi, la storia di non poche famiglie, che, puntualmente, ogni anno rinnovano quest’usanza antichissima. Emblema di un simpatico segnatempo naturale per richiamare una purezza comportamentale ormai cancellata dai tempi attuali.

allegoria Quarantana

Con l’arrivo del periodo quaresimale, dopo l’ultimo giorno di Carnevale, il paese molisano si riempie, tra un balcone e l’altro, di tantissime bambole quaresimali, con ai piedi una patata conficcata da sette penne, per annunciare, appunto, le sette settimane mancanti all’arrivo della Pasqua. Nel murales del collettivo artistico Guerrilla Spam e 108, la bizzarra tradizione della Quarantana santacrocese viene reinterpretata con un sincretismo culturale, ad alta valenza simbolica.

allegoria Quarantana

Radicato nell’arte babilonese, nell’iconografia africana e in un segretissimo simbolismo fiammingo – come si può vedere dalle foto tutto da scoprire. Dalla lettura delle immagini, è possibile risalire a questo intreccio di arte classica, rielaborato con i caratteri del linguaggio visivo  contemporaneo,  tanto caro al collettivo  Guerrilla Spam. L’allegorìa della Quaresima si veste, pertanto, di nero, come una matrona assiro-babilonese. Al posto delle penne ha sette piedi. Tutti in fila su un carro, come l’immagine della Quaresima nella sua lotta infinita con Carnevale, rappresentata da Bruegel, noto pittore fiammingo della prima metà del Seicento. Una piccola bambolina, invece, è appesa ad un sottile bastone per tenerla in volo, come se fosse sospesa tra invisibili nuvole e balconi. A questo punto cresce la curiosità.  Il tono ambiguo delle forme rischiara le intenzioni, per divenire sempre più chiaro.

Colpisce e richiama all’attenzione chi, distrattamente, passeggia in Villa D’Amico. Gli elementi particolari – accentuati da pochi punti di bianco –  i capezzoli, le braccia allungate, parallele ai sette piedi nel loro deciso cammino, animano il passo del tempo e un tono cromatico dal sapore tutto africano.

Dopo l’interpretazione dei detti in vernacolo santacrocese, visibili tra i vicoli stretti del Quartetto, diciamo “grazie di cuore” a questi giovanissimi artisti di strada. In particolare ad Andrea Di Bernardo, artista toscano, sensibile ed attento alla cultura immateriale del posto, dove trionfa il genius loci.

Possiamo dire che con la sua ironica arte visiva ama il sapere vivace di ogni tradizione  santacrocese. Facendo memoria di una cultura che appartiene al sentire popolare. Così, la Quarantana, questa strana signora bislacca santacrocese, sale brillantemente in alto.

Come recitano i versi di una simpatica composizione: “ Vola vola la Quarantana/ sui balconi di Magliano/ Vola vola senza ali/ con il fuso tra le mani/ Sale sale sola sola/ per dire a tutta la popolazione/ Uè, sono io l’unica signora di Santa Croce.

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