“Mi definisco uno sbirro dal volto umano ma pur sempre uno sbirro. Perché mi piace frequentare il territorio, conoscerlo e stare con la gente”.
Sono le prime parole del nuovo questore di Campobasso, Giancarlo Conticchio.
Che nel capoluogo di regione torna in veste di capo della questura dopo aver ricoperto il ruolo di vicari nove anni fa.
Un territorio che conosce e di cui conserva “un bellissimo ricordo” ha spiegato, raccontando in parte la sua esperienza lavorativa e sottolineando il suo grande amore per l’uniforme della Polizia di stato.
Nato 58 anni fa a Gravina in Puglia, è sposato e ha due figli. Ha prestato servizio un po’ su tutto il territorio italiano. Ha gestito l’ordine pubblico nei Campionati Mondiali di calcio Italia ’90; ha svolto servizio a Torino, in occasione delle Olimpiadi Invernali “Torino 2006” dirigendo particolari ed impegnativi servizi di ordine pubblico e tra i tanti compiti c’è anche la sua missione a Lampedusa nei servizi finalizzati a fronteggiare il fenomeno del massiccio flusso migratorio dall’area del Nord Africa.
Insomma un lungo curriculum che oggi si arricchisce con la nomina a questore di Campobasso.
“La polizia l’ho scelta a 16 anni e per fortuna ho un’uniforme che amo e rispetto e l’ho fatto fino a ieri. Io sono un servitore dello Stato e non mi servo dello Stato. Siamo stati scelti per servire le istituzioni giammai un poliziotto si serve dello Stato. Qualora sapessi che un poliziotto anziché servirle si serve delle Istituzioni sono certo che interverrebbero immediate azioni amministrative”.
E ha concluso: “Il lavoro è fatto bene se fatto in squadra. E quindi conto molto sulla collaborazione dei cittadini, mi piacerebbe partecipassero attivamente”.
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