Convegno a termoli

Hospice e cure a domicilio, vibrante accusa alla politica: “Ci crediamo ma moltiplichiamo il niente”

Il dottor Mariano Flocco, responsabile dell’Hospice di Larino, in occasione del convegno ‘Nuove frontiere dell’assistenza domiciliare e delle cure palliative: una sfida per esaltare il concetto di vita e della sua qualità’, tuona contro la politica e la sanità molisane. La legge 38 del 2010 è praticamente inapplicata. “Il Molise è più Meridione della Sicilia”

La storia di un diritto negato, quello all’assistenza durante il ‘fine vita’. Un argomento che spesso divide perché estremamente complesso da un punto di vista etico ed umano che è stato affrontato con sensibilità oggi – 7 febbraio – nei locali della Curia di Termoli.

Il convegno dal titolo ‘Nuove frontiere dell’assistenza domiciliare e delle cure palliative: una sfida per esaltare il concetto di vita e della sua qualità’ rientra nelle iniziative in corso – dal 2 all’11 febbraio – della ‘Settimana per la vita’.

Convegno hospice

E di vita si è parlato oggi pomeriggio alla presenza di molti operatori delle cure palliative che ‘resistono’ sul nostro territorio. Uno su tutti il dottor Mariano Flocco, responsabile dell’Hospice di Larino. Il suo intervento ha suscitato forti emozioni e sul finale si è fatto ancor più vibrante e accalorato: “Moltiplichiamo il niente solo perché ci crediamo”, ha detto enfatizzando le risorse pubbliche pressochè nulle e l’inerzia delle istituzioni regionali.

Convegno hospice dott flocco

Un diritto ad essere assistiti: è questo quanto sancito dalla legge ma praticamente inapplicato nella nostra regione, se non per lo sforzo immane degli operatori che “non hanno orari di servizio” e si barcamenano a destra e a manca nella nostra regione. “Facciamo i salti mortali, lavoriamo ininterrottamente finchè non finiamo. E spesso non finiamo”. Non parliamo solo di anziani, perché “c’è anche l’assistenza palliativa pediatrica anche se spesso non ci si pensa”.

Il paziente e la famiglia non vogliono – giustamente – sentire giustificazioni. Per loro l’assistenza, che sia a casa o nella struttura di cure palliative, è un diritto. Un diritto che viene assicurato perché i primi a credere non solo nel valore delle terapie ma anche in quello della ‘presenza’ sono loro, gli operatori della ‘frontiera’ delle cure palliative.

Convegno hospice dott flocco

L’hanno chiamata così, frontiera – come ha ben spiegato Francesco Ognibene, giornalista di Avvenire e moderatore dell’incontro che ha convogliato molti semplici cittadini, nessun referente istituzionale – perché evoca l’esplorazione di nuove vie. E la nuova via, la nuove frontiera culturale, è il prendersi cura dell’altro, la prossimità ad esso. “Una scelta controcorrente in una società che va da tutt’altra parte perché è permeata dall’individualismo”. Alla cultura dello scarto, dell’emarginazione, il convegno e tutta le iniziative previste contrappongono un nuovo paradigma, quello della cura appunto. “Il modello dell’hospice e delle cure domiciliari è appunto la risposta, la vera sfida del nostro tempo”, ha sottolineato il giornalista che poi ha rilanciato: “Questa è la vera priorità del Paese”.

Convegno hospice

Toccante e coinvolgente la testimonianza del dottor Flocco, cui poi si è aggiunta quella degli altri operatori (infermieri, psicologo, cappellano). Un paradosso, prima di tutto: ‘palliative’ viene da noi considerato poco più che niente, “invece è una parola enorme, riappropriamocene”. Significa abbracciare il malato nella sua globalità, prendendosi cura di lui e della sua famiglia con una propensione all’altro che è tutt’altro che scontata. Di diritto si parla anche rispetto alla scelta di essere curati nella propria abitazione o in struttura. “L’Hospice ha la presunzione di avvicinarsi ad essere come una casa”. Non sempre ci riesce e la persona ammalata può e deve poter scegliere la propria qualità di vita. Che può significare anche – emblematico il caso raccontato dal dottor Flocco – vivere in un tugurio.

La legge 38 del 2010, emanata 10 anni fa e di cui fra poco si festeggerà l’anniversario, è in alcuni casi ‘lettera morta’, come in Molise. “Noi l’assistenza domiciliare la facciamo con lo scotch, le risorse sono minime”. Non così in altre parti d’Italia: “Vi posso assicurare – ha commentato amaramente Flocco – che il Molise in questo è più Meridione della Sicilia”.

Una realtà che è la quotidianità del dottor Flocco e degli operatori che come lui si occupano di chi non può guarire. Scagliate come pietre le ultime, significative parole a conclusione del suo intervento. “Non possiamo ricordarci del diritto alle cure palliative solo quando si ammala un nostro familiare. L’ammalato è nostro, prima o poi capiterà anche a noi”.

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