L'Ospite

L'ospite

Fidatevi di Dio

di don Mario Colavita

 

C’è un demone oggi che sembra circolare per le nostre esistenze e vite, un demone furbo e inquietante è l’individualismo. C’è chi ha scritto che oggi la società ha prodotto questo balzo in avanti dove cresce e permane la logica dell’individualismo: “Vivere liberi senza costrizioni, scegliere integralmente il proprio modo di esistere: nessun fatto sociale e culturale è più significativo nel nostro tempo, nessuna aspirazione, nessun diritto è più legittimo agli occhi dei nostri contemporanei” (Gilles Lipovetsky).

Perché è un demone l’individualismo perché squalifica dalla vita gli altri e anche l’Altro (Dio). È il grande rischio di aver assolutizzato l’uomo a discapito di tutto ciò che lo circonda: il creato, il prossimo.

La liturgia quaresima ci insegna a ritornare in noi stessi per aprirci all’Altro e agli altri. Prima di tutto con il fidarci di Dio. Si, perché l’individualista si fida solo di se stesso, esclude dal suo orizzonte vitale l’altro che può dargli fastidio perché ostacola il suo cammino.

La grande tentazione oggi è quella di non aver bisogno più di Dio, della sua Parola, di Gesù che ci aiuta ad essere liberi.

Forse una cosa non abbiamo capito del nostro cristianesimo morente, la ricorda S.Paolo nella lettera ai Galati: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1). La vera grande tentazione è quella di aver consegnato la nostra libertà ad altro/i diventando schiavi.

La tentazione mette alla prova la nostra fede. La vita è una prova e la prova ci aiuta a maturare nella scelta. Oggi molti ragazzi e adolescenti sembrano così mollaccioni  e bamboccioni perché non sanno più affrontare prove di vita…

La grande tentazione è quella di eliminare Dio, non fidarsi più di Lui e lo vediamo come questa tentazione produce successo.

L’uomo essere di polvere e soffio porta in se e con sé il limite della sua creaturalità, affascinato dal serpente, simbolo del male, accoglie le sue parole. Che parole? A rileggere il testo del libro della Genesi, il serpente dice male di Dio, lo dipinge come un essere che proibisce, nega, allontana e l’uomo cede a queste parole false, perdendo così la fiducia di Dio, nascondendosi.

Cosa possiamo fare per rispondere al tentatore? Gesù lo insegna in modo chiaro: la Parola di Dio.

1.Dì che queste pietre diventino pane; Non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. 2. Gettati giù…; non metterai alla prova il signore Dio tuo. 3. Ti darò tutte queste cose se mi adorerai; Il Signore Dio tuo adorerai.

Tre parole contro tre tentazioni, tre modi di amare Dio contro tre modi di dimenticarci di Lui. Tre si a Dio contro i tre no a lui.

In questa architettura si disegna l’itinerario battesimale alla ri-scoperta della rigenerazione di coloro che rinunciano al peccato e abbracciano la vita nuova in Cristo.

Nella Parola di Dio è la nostra forza, le sue parole diventano impegno ad amarlo, conoscerlo, cercarlo anche per rispondere alla tentatore. Isacco di Ninive, monaco del VII secolo in Iraq, insegna l’importanza della Parola di Dio: “La lettura [della Scrittura] è, certamente, la sorgente della preghiera e ciò che la genera; e da ambedue noi siamo trasportati verso l’amore di Dio, la cui dolcezza, simile a quella del miele e del favo, è versata nel nostro cuore continuamente. E la nostra anima esulta per il gusto che la pratica nascosta e la lettura infondono nel nostro cuore”.

 

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