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Da oleificio a ristorante: il ‘Vecchio Frantoio’ di Palata compie 13 anni fotogallery

Era un frantoio, oggi e da 13 anni a questa parte è un delizioso ristorante. Parliamo del Vecchio Frantoio’ di Palata che proprio oggi, 3 febbraio, spegne la sua tredicesima candelina. La sua storia si intreccia con quella del sogno di Antonio Di Lena, un diploma di perito meccanico in tasca e la passione per la ristorazione. Ha cominciato da giovanissimo facendo il cameriere e poi, pian piano, ha coltivato il desiderio di aprire un ristorante tutto suo.

E 13 anni fa, nel 2007, ce l’ha fatta. Grazie all’aiuto e ai sacrifici dei genitori e alla sua forza di volontà, Antonio è riuscito a fare di quel posto, un ‘luogo del cuore’ per i palatesi, un ristorante-pizzeria oggi frequentatissimo non solo dagli autoctoni ma anche dai tanti che giungono dai paesi limitrofi.

“Vengono da Termoli, Guglionesi, Campomarino, Petacciato, Montecilfone. Li ringrazio tutti ad uno ad uno”, spiega un Antonio emozionato per il traguardo raggiunto. Un traguardo che naturalmente non è che l’inizio.

La sua attività, che si trova in pieno centro a Palata in vico San Rocco, è cresciuta negli anni e oggi può vantare una consolidata clientela e diversi successi. Il quotidiano La Repubblica lo ha inserito nella sua ‘Guida ai sapori e ai piaceri del Molise’. E sono i sapori perduti della tradizione quelli che si possono gustare al Vecchio Frantoio.

Il vecchio frantoio

Su tutte, la ventricina fatta in casa da Antonio stesso. O ancora la gelatina di maiale, altra usanza contadina che va via via scomparendo. In più il menù offre svariati piatti della tradizione come la pasta con fagioli e cotiche, le polpettine cacio e ovo e, naturalmente, fusilli e cavatelli fatti a mano.

Una cucina che esalta prodotti locali e genuini che però viene rivisitata dall’estro di chef di Antonio. Già, perché Antonio dal 2017 ha preso ufficialmente il titolo di Cuoco all’Accademia Chefs di San Benedetto del Tronto e ha all’attivo diverse esperienze  come capo chef in alberghi e ristoranti d’Italia rinomati.

Un uomo-ristoratore che si è fatto da sé, perché non si trattava di un’attività di famiglia bensì di un desiderio personale, partito da zero. O forse no, perché probabilmente all’origine di tutto c’è stata la passione culinaria casalinga trasmessagli della mamma che, oggi 80enne, “ancora mi fa la pasta fatta in casa”.

Se non lo avete fatto ancora, non perdetevi questo tuffo nel gusto e nella tradizione.

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