L'allarme sanitario

Coronavirus, i timori del contagio crescono ovunque. Ecco come difendersi e gli errori da non fare

Le notizie arrivate dalla Lombardia, dove sono stati registrati quattordici contagiati, e in Veneto (due infettati) hanno messo in apprensione anche i molisani. Tuttavia, con alcuni semplici accorgimenti, è possibile prevenire il contagio del covid-19. Un decalogo con i consigli del Ministero della Salute è stato affisso anche all'ospedale Cardarelli, dove esiste l'unico reparto di Malattie infettive della nostra regione.

Ora il Covid-19 inizia a far paura anche in Molise: aumentano i timori del contagio dopo i quattordici casi registrati nel Lodigiano. I malati sono tutti “in condizioni serie”, come hanno riferito dalla Regione Lombardia oggi pomeriggio (21 febbraio). Un manager della Unilver di Casalpusterlengo sarebbe il ‘caso zero’. Avrebbe infettato la moglie incinta di otto mesi e un amico.

Mentre i contagiati sono stati ricoverati in ospedale, sono scattate misure straordinarie nei paesi lombardi ‘cuore’ di questo primo focolaio: chiusi uffici, locali e attività commerciali, si sta decidendo anche di sospendere l’attività didattica nelle scuole. Annullate le manifestazioni organizzate per Carnevale, mentre le farmacie sono state prese d’assalto: tutti cercano le mascherine che ormai sono introvabili. Due persone sono state infettate in Veneto, mentre ci sono alcuni casi sospetti anche in Liguria e interessano la comunità cinese. Tuttavia, i primi test hanno dato esito negativo.

Non c’è dubbio, le notizie delle ultime ore stanno creando una certa apprensione anche tra i molisani. Perchè in queste ore il coronavirus appare più vicino, meno ‘confinato’ in Cina (e in particolare nella provincia dell’Hubei) o all’interno dell’istituto per le malattie infettive ‘Lorenzo Spallanzani’ proprio nel momento in cui i contagi sembrano regredire.

Sono scattate dunque le contromisure: il ministero della Salute ha stabilito l’obbligo di quarantena per chi è tornato da un viaggio in Cina negli ultimi 14 giorni e “sorveglianza attiva” per chi è stato nelle aree a rischio, così come indicato dall’Oms, con obbligo di segnalazione alle autorità sanitarie locali al proprio rientro in Italia. Inoltre è attivo il numero di pubblica utilità 1500, dove è possibile parlare con dirigenti sanitari e mediatori culturali H 24 dalla Sala operativa del Ministero della Salute.

Dalla fine di gennaio, poi, sempre sulla base delle indicazioni del Ministero sono state attivate le procedure per fronteggiare eventuali emergenze: è stata istituita una task force e sono stati attivati i protocolli che coinvolgono il personale sanitario.

Un decalogo con i principali consigli diramati sempre dal Ministero è stato affisso all’ospedale Cardarelli di Campobasso. Qui si trova l’unico reparto di Malattie Infettive della regione Molise, purtroppo drasticamente ridimensionato dalla logica dei tagli. E qui è stata ricoverata la ragazza di Termoli per un sospetto caso di coronavirus, che poi non è stato accertato: i test a cui la giovane è stata sottoposta hanno dato esito negativo.

Ma il caso del manager contagiato in Lombardia ha fatto suonare più di qualche alert. A preoccupare gli infettivologi e i medici in generale, anche in Molise, è il fatto che il paziente lombardo in gravi condizioni è una persona “senza un chiaro fattore di rischio epidemiologico”. Che significa? “Che abbiamo a che fare con un contagiato giovane e apparentemente sano – chiarisce un medico contattato da Primonumero – e che se è vero che il virus viene trasmesso anche dagli asintomatici la situazione potrebbe diventare più complicata”.

coronavirus

Nessun allarmismo, ma occhio alle piccole precauzioni che si possono adottare nel quotidiano e che i medici ribadiscono: con alcuni semplici accorgimenti è possibile prevenire il covid-19 toccando prima un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non ancora lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi (anche se questa trasmissione è più difficile); infine, seppur raramente, con la contaminazione fecale.

Tra i consigli diramati dal Ministero della Salute c’è quello di non prendere farmaci antivirali o antibiotici, a meno che non siano prescritti dal medico; pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcool. Inoltre si ricorda che gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus e che i prodotti made in Cina e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi.

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