Destinati a scomparire?

Tagli a tutti i servizi, Molise stritolato. Chiude anche il presidio Polfer a Campobasso

Campobasso sarà l'unico capoluogo di regione interessato dal piano del Ministero degli Interni che sta riorganizzando gli uffici italiani. Dopo quello di Isernia, chiuderà un altro importante presidio di pubblica sicurezza che si trova all'interno della stazione. Inoltre, sono a rischio gli agenti che potrebbero essere trasferiti in altre sedi. Il caso approda in Parlamento con l'onorevole di Forza Italia Anna Elsa Tartaglione.

Tagli ai reparti degli ospedali. Sedi e servizi accorpati o soppressi. Negozi che abbassano per sempre le saracinesche. E anche la Polizia ferroviaria pagherà dazio in quest’opera di smantellamento che sta caratterizzando il Molise: il presidio di Campobasso sarà chiuso. In pratica, la stazione dei treni del capoluogo perderà un fondamentale servizio dal punto di vista della sicurezza pubblica.

Il progetto rientra nell’ambito della riorganizzazione della Polizia Ferroviaria a cui sta lavorando il Ministero degli Interni che ha deciso di tagliare uffici in tutta Italia, dal Nord al Sud. Lo scorso 29 gennaio il Dipartimento ha trasmesso alle organizzazioni sindacali il piano che già ha sollevato i primi dubbi e scatenato polemiche soprattutto nella stazioni più affollate e nelle quali si registrano episodi di microcriminalità come furti e spaccio di droga. 

Stando alle prime notizie che trapelano, in totale saranno eliminati dieci presidi: oltre a quello di Campobasso, saranno tagliati i punti Polfer di Nocera Inferiore (provincia di Salerno), Iglesias (in Sardegna, città dell’omonima provincia Carbonia-Iglesias), Colleferro (Roma). La razionalizzazione riguarderà anche due città della provincia di Cuneo, Bra e Orbassano.

Presidi della Polizia ferroviaria cancellati anche a Casasarsa (provincia di Pordenone), Calalzo (Belluno), Canicattì in provincia di Agrigento e all’interno di una delle stazioni di Palermo (Notarbartolo). Campobasso è l’unica città capoluogo regionale che perderà il presidio. Stando a quanto si apprende dalle notizie riportate su alcuni giornali nazionali, il piano del Viminale riguarderà gli stessi agenti: quelli in servizio nelle sedi che saranno chiuse, potrebbero essere spediti in altri uffici.

Il progetto dunque ha messo in fibrillazione anche i poliziotti che a Campobasso svolgono un’importante opera di prevenzione e contrasto della microcriminalità. E’ grazie a questi agenti, ad esempio, se sui treni regionali che collegano il Molise al Lazio e alla Campania vengono fermati gli spacciatori che fanno rifornimento nelle piazze di Roma e Napoli e poi tornano nella nostra regione per vendere le sostanze stupefacenti sul mercato locale.

La chiusura del presidio Polfer però fa suonare un altro campanello d’allarme sull’autonomia della nostra piccola regione già fortemente penalizzata dal Governo centrale. Non è storia di adesso, ma da qualche anno ci sono segnali poco incoraggianti. Dallo smembramento degli ospedali fino alla soppressione di una serie di servizi (la biglietteria della stazione di Isernia ad esempio) al declassamento della Questura di Campobasso, tutto fa pensare ad un futuro nero per la ventesima regione italiana. E’ quella logica dei numeri che sta penalizzando un territorio piccolo e sempre più spopolato.

Anche per questo l’onorevole di Forza Italia Annaelsa Tartaglione ha presentato al ministro dei Trasporti una interrogazione parlamentare depositata ieri sera (13 febbraio) a Montecitorio. Ipotesi, secondo la parlamentare molisana, assolutamente da evitare, per tale motivo ha invitato ufficialmente il governo a riconsiderare un’eventuale decisione che andrebbe a danneggiare ulteriormente il territorio, esponendolo a seri rischi dal punto di vista della sicurezza e non solo.

“Il presidio presente nel capoluogo – si legge nel testo – oggi svolge una fondamentale attività di prevenzione e controllo, vista anche la già attuata chiusura della postazione Polfer di Isernia”. Inoltre la Tartaglione ha ricordato l’importante funzione della Polfer che copre l’intera tratta Campobasso-Isernia-Venafro-Cassino: il presidio più vicino infatti è proprio quello situato nella città laziale, che dista ben 100 chilometri dal Campobasso.

Inoltre, “non si può dimenticare che tanti sono oggi i pendolari molisani che raggiungono la capitale in treno e che le stazioni ferroviarie, purtroppo spesso al centro di spiacevoli episodi di cronaca, meritano un’attenzione particolare e costante”. Dunque, “la sicurezza è un diritto fondamentale che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini, ancora di più in territori che presentano difficoltà. E ciò deve sempre prevalere su ragioni di tipo ragionieristico ed economico“.

 

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