Isole tremiti

Barca inghiottita dalle onde: “Sacrifici di una vita, ora non ho più un lavoro”

Le immagini del gozzo di un residente delle Diomedee che utilizzava l’imbarcazione per portare i sub o i turisti in visita alle grotte dell’arcipelago. “Aspettiamo che ci scappi il morto per fare qualcosa?”

È un’immagine che colpisce, quasi commuove. Quella di una piccola barca, un gozzo come si chiama in gergo, che viene inghiottita (per altro non è stata l’unica) dalle onde del mare in tempesta alle isole Tremiti. Il video che Primonumero.it propone qui è stato girato nel pomeriggio di mercoledì 5 febbraio è stato girato dal proprietario.

Il suo scoramento è comprensibile. Quella barca era la sua vita lavorativa. La utilizzava per trasportare i turisti a visitare le grotte dell’arcipelago oppure i sub che amano immergersi fra i fondali delle Diomedee.

Quel lavoro è finito in fondo al mare. “Ormai da moltissimi anni siamo costretti a convivere con l’ansia di perdere le nostre imbarcazioni a causa dei tanti temporali, che ormai in tutto l’arco dell’anno si abbattono sull’arcipelago, dovete pensare che molti di noi sono l’unica fonte di reddito che ci permette di vivere e fare studiare i nostri figli in continente, permettendogli di avere un futuro più certo” si sfoga l’uomo.

Barca affondata alle Tremiti

“Negli anni tanti di noi, come è successo a me in questa occasione – prosegue – hanno visto inghiottire dalle onde la propria imbarcazione, e tanti come mio padre per me e mio fratello hanno fatto infiniti sacrifici per potere offrire ai propri figli una fonte di reddito per sostenere la propria famiglia”.

L’uomo punta il dito verso le istituzioni che non hanno operato per proteggere imbarcazioni e strutture dalla forza del mare. “Diverse amministrazioni si sono susseguite, e hanno cercato inutilmente di avviare progetti per un porto sicuro, ma tutti venivano rigettati perché dove doveva nascere il porto, era presente una colonia di poseidonia, una pianta acquatica protetta, di conseguenza niente porto, perché gli ambientalisti dicono “no, la poseidonia non si tocca”.

Barca affondata alle Tremiti

Ora io dico, in molti altri posti hanno sradicato la poseidonia da un sito di interesse per trapiantarlo in un altro senza perdere la colonia, la medesima cosa non è possibile che a Tremiti non possa essere fatta. È mai possibile che nel 2020, siamo ancora costretti a vedere queste scene, io dico, ma che stiamo aspettando che ci scappi il morto (cosa che è già successa qualche anno fa) ne volete altri sulla coscienza, mi rivolgo a tutti coloro che reputano la vita e i sacrifici delle persone più importanti di una pianta che potrebbe tranquillamente essere spostata, e che certamente se potesse parlare direbbe ‘io posso essere sacrificata, la vita di un padre di famiglia, o di un figlio no!’”.

Il suo è un appello. “Quindi aprite gli occhi, io ho perso la barca in questo temporale, quante se ne dovranno perdere ancora, quanta gente dovrà ancora rischiare la propria vita per salvare la sua barca prima di avere un porto sicuro? A voi la risposta”.

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