I buchi neri e la violenza

Vicky una volta denunciò il compagno per le botte, poi ritirò tutto. Quella notte l’uomo ha chiamato sul fisso di casa

Sono trascorse 4 settimane dall’ultima volta in cui è stata vista Victorine Bucci. Il suo telefonino ritrovato sul molo la mattina del 17 dicembre. Al vaglio degli inquirenti, che lavoravano sia sull’allontanamento volontario sia sul delitto che sul suicidio, testimonianze, versioni, tabulati telefonici. Si scava nella vita della donna, segnata da fragilità. Vicky è stata picchiata dal compagno più volte, e in un caso aveva trovato il coraggio di denunciarlo ma poi aveva ritirato l’accusa.

Testimoni, tabulati telefonici, incrocio di orari e versioni confrontate. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire l’ultima notte di Victorine Bucci prima della sua scomparsa, che risale a quattro settimane fa. Martedì sera, 17 dicembre: la 42enne residente a Larino, nella stessa casa che condivide con la madre, ha lasciato la cittadina frentana per recarsi a Termoli e andare a cena con il compagno, che proprio poche ore prima si era fatto risentire e l’aveva implorata di dargli un’ultima chance. 56 anni, termolese, descritto come un tipo geloso fino all’ossessione, maniaco del controllo del telefonino. E violento. L’aveva maltrattata anche in pubblico nei dieci mesi di relazione e l’8 dicembre l’aveva ridotta male: un occhio nero, labbro spaccato e lividi in volto.

Vicky aveva deciso di non denunciarlo e in ospedale, dove è stata accompagnata dalla mamma, aveva riferito di aver ricevuto percosse da “persona conosciuta”, omettendo di svelare il nome. Il giorno dopo la madre, spaventata dalla piega che stava prendendo quel rapporto che l’angustiava parecchio, ha riferito alle forze dell’ordine l’episodio, per proteggere quella figlia alla quale ha dato tutto, adottata a 5 anni e cresciuta circondata dall’affetto e dalle possibilità. Ma per innescare un’indagine serviva la denuncia di Victorine, che lei ha scelto di non fare. Ci aveva provato, si scopre adesso scavando nella vita di questa ragazza che ha studiato a Roma laureandosi alla Luiss, si è sposata, si è separata e ha vissuto diversi anni a Dublino, qualche mese prima. In estate Vicky aveva denunciato il suo compagno per maltrattamenti, aveva trovato la forza di farlo. Ma poi, subito dopo, ci aveva ripensato. E aveva ritirato la denuncia.

Un uomo, quel Maurizio che potrebbe avere un ruolo importante nella scomparsa, di cui era innamorata fra alti e bassi di coppia, che le chiedeva denaro, che aveva lasciato in più occasioni cedendo, alla fine, alle sue pressanti richieste. Anche quella sera, quando lui ha chiamato: “Torna da me”.

Vicky aveva già cenato con la madre a Larino, gustando la salsiccia alla brace che le piaceva tanto, quando ha deciso di recarsi a Termoli. Si è vestita bene, ha indossato un cappottino di panno nero, si è mesa al volante della sua Fiat Panda rossa. La coppia ha cenato insieme in un locale, sorseggiando una bottiglia di vino. Poi altro alcol in alcuni locali del centro. Tanta vodka. Sono tornati a casa di lui, in via Rio Vivo 128, intorno all’una di notte. E poi è accaduto qualcosa che gli investigatori stanno cercando di ricostruire. Cosa? C’è un buco di diverse ore tra l’ultima volta che sono stati uditi rumori di una lite violenta all’appartamento del secondo piano e il momento in cui è stato ritrovato il telefonino di Victorine su uno scoglio di cemento del molo dove si trova il trabucco dei D’Abramo, la pescheria frequentata da cittadini e operatori ittici che apre ben presto al mattino.

Lo smartphone (chi l’ha portato fin lì? E’ stata lei o un’altra persona per depistare?) ha convinto gli investigatori, sulla scorta della denuncia fatta dalla madre, ad avviare ricerche in mare e a terra. Sommozzatori e elicotteri, richieste inoltrate in tutto il Paese. Ma Vicky, a distanza di quasi un mese, non è saltata fuori.

Victorine Bucci

Un caso, il suo, sul quale si concentra il lavoro della Procura di Larino. Bocche cucite, massimo riserbo. Si lavora ancora sull’allontanamento volontario, ma non si esclude né il suicidio (sebbene l’ipotesi sia fragile) né l’omicidio. Anche senza un corpo, questa congettura è al vaglio degli inquirenti che stanno cercando riscontri, incastrano elementi e testimonianze fra cui quella del compagno, che attraverso il suo avvocato ha riferito a una trasmissione Rai di aver visto l’ultima volta Victorine poco prima delle 6 del mattino, mentre andava via sulla sua Panda rossa, dopo una notte turbolenta, di urla e sedie sbattute. Un racconto suffragato dal fratello, che abita nella stessa palazzina, ma che non quadra con le due telefonate partite dal telefonino dell’uomo sul fisso della casa di Larino.

Due telefonate, una alle 6 e 5 minuti e l’altra alle 6 e 20 minuti, arrivate sulla linea fissa di Victorine e di sua madre, che era in casa ma dormiva e non ha risposto. Il sistema di cui l’apparecchio è dotato ha poi consentito di verificare il numero dal quale quelle due chiamate erano partite.

Vicky Bucci chi l'ha visto

I buchi neri, le contraddizioni, le relazioni più o meno pericolose: ogni cosa è nel mirino degli investigatori che scavano nella vita di Victorine, nelle sue fragilità, e in quel rapporto che l’aveva allontanata dagli amici e dal lavoro, che le aveva stravolto la quotidianità, come riferiscono anche gli ex datori di lavoro dell’hotel nel quale la 42enne ha prestato servizio per l’accoglienza degli ospiti.

Intanto del giallo continuano ad occuparsi trasmissioni nazionali e a breve anche “Chi l’ha visto?” farà un nuovo servizio. Non ci sono risposte, ma le domande sono tante e ogni giorno che passa acquistano proporzioni più inquietanti. Finora non è arrivata nemmeno una segnalazione su Vicky, e il dettaglio – anche alla luce del clamore mediatico che la storia sta suscitando –  non apre all’ottimismo. Tuttavia si continua a lavorare anche sull’allontanamento volontario, come pure a ipotesi per cui la donna sarebbe impossibilitata a farsi sentire. Si continua a sperare di trovarla, e di trovarla viva.

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