Termoli

Si complica il giallo di Vicky: nessuna segnalazione, ricerche sulla Panda, sequestrato il pc. Il rebus del telefonino sullo scoglio

La cover dello smartphone era verde fosforescente: come mai nessuno l’ha visto tra le 6 e 30 – quando ha aperto la pescheria – e le 10, quando una signora l’ha trovato? “Era in bella vista, un colore inconfondibile”. Il sospetto che possa essere stato piazzato in mattinata da qualcuno che frequenta il molo ed è passato inosservato.

Troppe stranezze nella storia di Victorine Bucci, la donna di 42 anni scomparsa a Termoli tra il 17 e il 18 dicembre. Troppi elementi che non quadrano, e che invece di chiarire il puzzle lo complicano. Di lei non c’è traccia, e malgrado il caso sia finito sulle televisioni nazionali e la sua fotografia abbia fatto il giro d’Italia, non è arrivata una segnalazione. Vicky sembra essere stata inghiottita da un buco nero. La sera in cui ha lasciato Larino, dove abita con la madre, per recarsi a Termoli e trascorrere la notte col compagno, non ha portato nulla con sé: nessun cambio, nessun borsone, nemmeno gli occhiali da vista. Ha lasciato tutto nel suo appartamento, dove qualche giorno fa sono arrivati gli inquirenti per prelevare il suo portatile. Il pc ora sarà affidato a un informatico con la speranza di trovare “indizi” utili a ricostruire le intenzioni della donna, che aveva rinunciato a partire per Toronto, dove un amico di vecchia data l’avrebbe ospitata per alcune settimane, per restare in Molise almeno durante le vacanze natalizie e trascorrere quei giorni con la madre, la signora Pina.

Questo anche perché non stava benissimo, non si era rimessa del tutto: l’8 dicembre era stata percossa dal compagno, il termolese di 56 anni che già altre volte – anche in pubblico – l’aveva maltrattata, strattonata, schiaffeggiata, ma che non risulta indagato. Ha un difensore di fiducia che smentisce che il suo nome sia stato iscritto sul registro. “Il mio cliente non c’entra nulla con la scomparsa di Victorine, anzi è molto preoccupato di quello che potrebbe esserle accaduto ed è in pena. Sta collaborando attivamente alle indagini”.

victorine bucci

Lui, l’uomo che con Victorine aveva una relazione dallo scorso marzo, non parla con nessun cronista e si sottrae alle domande. La versione rilasciata ai carabinieri, che l’hanno ascoltato più volte come persona informata sui fatti, è che alle 5 e 40 – come si legge anche sulla scheda di scomparsa elaborata la sera del 18 dicembre scorso dopo la denuncia della madre – Vicky ha lasciato la casa in via RioVivo, a Termoli, e si è allontanata a bordo della sua Panda di colore rosso.

L’appartamento nel quale Victorine ha passato l’ultima notte prima di sparire non è tuttavia passato al vaglio della Scientifica e non ci sono riscontri rispetto alle sue dichiarazioni, se non la conferma del fratello, che ha sostenuto di aver visto la donna che si allontanava sull’auto tra le 5 e 30 e le 6 del mattino. Chi abita in quella palazzina ha riferito di aver sentito grida, insulti, parolacce, mobili spostati, tutti i segnali di una lite furiosa della coppia, che sarebbe cessata attorno alle 3 di notte quando è sceso il silenzio. Lo stesso orario, quello delle 3, in cui l’uomo ha inviato dall’account di facebook di Vicky due messaggi minatori all’ex marito della donna e a un amico di lei. Una crisi di gelosia, un raptus di rabbia dovuta al sospetto che la 42enne potesse avere un altro uomo, magari uno conosciuto proprio sui social dal quale si sarebbe rifugiata, col quale potrebbe essere in questo momento.

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La vita e le amicizie di Victorine sono state scandagliate una a una. Il suo telefonino è stato passato al setaccio nella rubrica dei numeri e dei contatti whatsapp, comprese le persone inserite in un gruppo whatsapp assemblato alle 3 di quella notte, sul quale lei non ha mai scritto. Perché? Non ha fatto in tempo? Voleva chiedere aiuto simultaneamente a più persone, compreso un ex fidanzato? O invece è stato lui, il compagno geloso, a creare quel gruppo?

Troppe stranezze, tasselli che invece di andare a posto sembrano impazziti. La svolta che gli investigatori avevano lasciato intendere potesse essere vicina non c’è stata. Anzi, il mistero si infittisce, mentre ormai sono trascorsi 31 giorni da quel 17 dicembre, quando il telefonino della donna è stato ritrovato sul molo innescando diversi giorni di ricerche in mare col timore che lei potesse essersi gettata in acqua con tutta l’auto. Ricerche che non hanno dato alcun risultato: in mare non ci sono né la donna né l’automobile, quella Fiat Panda che i carabinieri stanno cercando ovunque, affidandosi a immagini girate dalle telecamere anche fuori dai confini molisani (a Termoli la videosorveglianza non funziona) senza escludere che possa essere finita in qualche sfascio e ormai essere solo un ammasso di rottami.

storie italiane

Il telefonino è l’unico elemento certo di questa storia che anche oggi è stata affrontata dalla trasmissione “Storie Italiane” di Rai Uno, che ha stabilito una precisa analogia tra il caso di Samira El Attar, uccisa dal marito geloso fino alla furia omicida che ha anche provato a depistare le indagini, e la storia di Vicky Bucci. Il suo cellulare è stato trovato il 18 dicembre su uno scoglio davanti alla pescheria dei D’Abramo, che ha aperto alle 6 e 30 del mattino. Alle 10 una signora che stava aspettando di entrare e comprare un po’ di pesce per Natale, e che teneva per mano la figlioletta, l’ha preso e consegnato a Manuel, il giovane figlio del titolare.

Fino a quel momento nessuno si era accorto di quel telefonino, con una cover verde fosforescente, come conferma Manuel che l’ha tenuto in mano per poter rintracciare un numero da chiamare e al quale riconsegnarlo, optando per la mamma, della quale ha visto molte chiamate non riposte. Possibile che il telefonino sia stato piazzato su quello scoglio apposta poco prima delle 10 da qualcuno che si è confuso con la folla di operatori ittici, tra furgonicini del pesce e gente arrivata sul molo per gli acquisti di Natale? Sicuramente a quell’ora non è stato lasciato da Vicky: una ragazza di colore, benvestita e con stivaletti di vernice nera e cappottino nero di panno non sarebbe mai passata inosservata.

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