Termoli

Punta di Pizzo, 18 ettari di cemento. Appello dei civici al Comune per fermare la lottizzazione

Il Comitato No Tunnel e l’Audit Civico chiedono al sindaco Roberti e al Municipio di bloccare il progetto che prevede edifici e impianti ricettivi su 18 ettari dei 21 del colle, limitando il verde pubblico a poco più di 2 ettari.

“Il Comune di Termoli deve rispedire al mittente la lottizzazione di Punta di Pizzo”. L’audit civico della città e l’associazione No Tunnel chiedono al sindaco Francesco Roberti (che è anche assessore all’Urbanistica) e alla struttura municipale di esprimere una netta contrarietà alla progetto che prevede la cementificazione del Colle di Riovivo, finora rimasto indenne dai palazzi e dal boom edilizio che ha caratterizzato Termoli specialmente nei decenni tra gli anni 60 e 90.

Un assalto al territorio che finora ha risparmiato Punta di Pizzo, il colle sul quale esiste un solo fabbricato di proprietà del Comune, la scuola primaria, ai cui piedi si trova la bella spiaggia di Rio Vivo, alle spalle la ferrovia oltre la quale la zona commerciale che concentra su via Corsica, una delle strade più panoramiche della città, negozi e showroom.

Ma a breve anche Punta di Pizzo potrebbe diventare area residenziale. E lo diventerà, verosimilmente, visto che quella fascia di terra è privata ed è stata venduta a un imprenditore per farne edifici residenziali e impianti ricettivi per la pratica degli sport, oltre a un centro medico diagnostico e riabilitativo.

I comitati denunciano che dei 21 ettari totali dell’area solo due saranno destinati a verde pubblico. Il resto – dicono “sarà una vera e propria colata di cemento che andrebbe a distruggere irrimediabilmente  l’ultimo affaccio sul mare rimasto finora integro a Termoli”. Da qui  l’appello al Comune per fermare la lottizzazione, che ha anche il sapore di una dichiarazione di guerra. Il futuro del colle minaccia di diventare il nuovo casus belli di una città dove, gira e rigira, è sempre l’urbanistica a tenere banco.

punta di pizzo varie

Questa la premessa dell’Audit Civico e del Comitato No Tunnel: “Tra il censimento del 1961 e quello del 1991, Termoli ha registrato un incremento demografico del 153%, passando da 11.278 residenti a 28.552. Al repentino sviluppo demografico si è accompagnato un boom edilizio caotico, discontinuo, informe, senza alcun rispetto per le caratteristiche morfologiche del territorio, spesso in deroga al piano regolatore vigente a colpi di riclassificazioni e accordi pubblico-privato, senza una seria programmazione dei collegamenti viari tra gli insediamenti, sorti disordinatamente sul territorio. Termoli, città di mare, è cresciuta voltando le spalle al mare, consentendo di costruire fin sul bordo delle colline di arenaria sovrastanti la costa, guastate e rese irriconoscibili da sbancamenti e muraglioni di cemento.

Oggi l’assalto al territorio non è più quello di allora, ma le logiche (se possono essere definite tali) restano le medesime. Invece di ricucire il tessuto urbano, attraverso la ripianificazione della mobilità e la riqualificazione delle periferie, prosegue la informe dilatazione urbana: in contrada Greppe di Pantano si prepara la lottizzazione Andreoli e, all’estremo geografico opposto, si espandono gli insediamenti in contrada Colle della Torre”.

Punta di Pizzo ha resistito come un baluardo, ma per il colle ora si prospetta un destino di palazzi, contro il quale i civici annunciano di volersi battere con determinazione. “A Termoli attualmente esiste un solo parco comunale. La nostra costa è tra le più cementificate: non si può sacrificare al cemento anche Punta di Pizzo, possibile primo esempio di una nuova urbanistica. I suoi 21 ettari possono diventare un grande polmone verde a protezione della città dalle emissioni in atmosfera del vicino nucleo industriale. Così facendo l’Amministrazione comunale darebbe concreta applicazione alla mozione Piantumazione alberi e sviluppo del verde comunale, approvata all’unanimità dal consiglio comunale del 19 dicembre”.

L’emergenza clima è alla base della richiesta di coerenza al Comune. “Gli eventi climatici estremi aumentano e i giovani di Fridays For Future ci ricordano che siamo in piena emergenza climatica. E a Termoli si continua a cementificare! Si vuole sviluppare il turismo in città? Lo si faccia puntando sulla riqualificazione dell’esistente in abbandono”.

L’Amministrazione comunale, insistono i movimenti civici, deve riformare il piano regolatore generale, che risale al 1975, “superando le logiche esclusivamente prescrittive della pianificazione vigente e scardinando la prassi consolidata della contrattazione pubblico-privato, che determina interventi edilizi estemporanei senza qualità urbanistica (spesso neanche architettonica), i quali trasformano il piano regolatore in strumento meramente notarile di decisioni che scavalcano i cittadini. Solo così si potrà ambire ad una città più verde, più fluida nei collegamenti, più semplice da vivere, più accogliente e più bella”.

Dall’altro lato ci sono le ragioni dei privati, che intendono far fruttare un terreno acquistato apposta per la lottizzazione appena presentata, che prevede almeno 3 palazzine con affaccio sul mare e strutture per le vacanze e il relax. Che succederà? Punta di Pizzo, si può facilmente immaginare, è destinato a diventare uno dei “nodi” della pianificazione urbana e della polemica politica di questo 2020. 

 

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