Il fenomeno

Il mal di fascismo di Zalone riempie il cinema Oddo: settimana extra di proiezioni per Tolo Tolo

Forse non raggiungerà le cifre di incassi record di Quo Vado? ma in ogni caso Tolo Tolo sarà l'ennesimo successo. Il cinema Oddo ha scelto di prolungare di un'altra settimana la proiezione del film-caso di Checco Zalone, nonostante i 6 spettacoli al giorno per ben 14 giorni

Non sono bastate sei proiezioni al giorno per due settimane di Tolo Tolo, l’ultimo film di Checco Zalone. Il cinema Oddo di Termoli ha deciso di prolungare le proiezioni per altri 7 giorni, dal 15 al 22 gennaio. In totale saranno circa 100 gli spettacoli per la pellicola che, se non sarà record di incassi come lo fu Quo vado?, sarà comunque l’ennesimo successo per il comico attore pugliese.

Su Tolo Tolo già in tantissimi – critici e non solo – hanno scritto e il dibattito è ancora acceso tra entusiasti e delusi da quello che – questo è fuor di dubbio – è un film diverso dai precedenti. Per quest’ultimo lavoro, uscito nelle sale cinematografiche italiane il 1 gennaio e preceduto da una attesa spasmodica, Zalone – al secolo Luca Medici – oltre ad essere protagonista ha curato anche la regia, coadiuvato da Paolo Virzì. Già questo segna il passo di un’evoluzione del comico pugliese, confermata poi in pieno dalla visione del film.

Se il registro umoristico appare immutato o comunque in linea con il personaggio Zalone, non si può non notare come la storia di Tolo Tolo differisca dalle altre perché dotata di una maggiore complessità. Ma non è tutto. Le risate – troppo poche per taluni – che Tolo Tolo, indiscutibilmente, strappa sembrano non essere fini a se stesse. Zalone, moderno re delle risate e osannato dal pubblico per queste, pare aver scelto con questo film di sacrificarle un po’ in funzione di qualcos’altro. Sembra di assistere ad un rovesciamento perfetto e inatteso che irradia di una luce diversa il percorso dell’artista pugliese.

Il lungometraggio racconta l’odissea di chi, dal Continente Nero, decide di provare a darsi un futuro: quel futuro si chiama Europa. Il film affronta dunque il tema dell’immigrazione e del razzismo ma lo fa con uno sguardo inedito, che molti da Zalone non si aspettavano. D’altronde lo stesso video di Immigrato, una sorta di trailer che ha anticipato l’uscita del film, ci ha messo del suo per depistare il pubblico e i critici. Tolo Tolo è riuscito a rovesciare le aspettative che Immigrato aveva creato, che sembravano quasi ‘accarezzare’ posizioni sovraniste e populiste anti-immigrazione.

Vedendo il film, invece, si intuisce – e per qualcuno sarà stato come un sonoro ceffone – la volontà di smascherare stereotipi e di additare i rigurgiti fascisti che la società pare stia vivendo. Descritto come una malattia universale, il ‘mal di fascismo’, con tanto di attacchi acuti che prendono improvvisamente il protagonista mentre è in Africa, viene portato sullo schermo con ironia (un po’ prosaica così come è la cifra stilistica di Zalone) e il risultato è dissacrante. Come ogni patologia, è dato però anche un antidoto. “La cura del fascismo è l’amore”. O quantomeno la conoscenza.

Finora Tolo Tolo, in due settimane di proiezione, ha complessivamente incassato oltre 41 milioni di euro. “Lontani – ci spiega Michele, cassiere del cinema di via Pepe – i record di Quo Vado? che fece 65 milioni di incassi al botteghino”. Magari non si arriverà a quella cifra, ma i dati ufficiosi del cinema termolese restituiscono comunque l’idea di un’ottima affluenza. Come lo fu senza dubbio quella di Sole a catinelle, film particolarmente amato dai molisani perché ambientato nella nostra regione. Quel film si fermò – per così dire – a poco meno di 52 milioni di euro di incassi.

Zalone cinema Oddo

Il boom per Tolo Tolo a Termoli, come prevedibile, si è registrato nella prima settimana, dall’1 al 7 gennaio, con code inenarrabili al botteghino e prenotazioni inusitate di biglietti per non trovare la sala piena. La seconda settimana ha visto un fisiologico calo di spettatori. Ora però se ne prospetta una terza in cui gli spettacoli però saranno non più sei ma ‘solo’ quattro, dalle 16 fino alle 23. “In realtà – ci spiega sempre Michele – è la casa di distribuzione (la Medusa Film, ndr) che spinge a riproporlo ancora”. Una scelta, quella del cinema, insomma non del tutto autonoma. Però – ed è significativo in tempi in cui il cinema è sempre più snobbato – che nelle due settimane di proiezione in cui gli spettacoli sono stati addirittura sei al giorno (a partire dalle 13 e fino alle 23) non si è mai, mai, registrato uno spettacolo vuoto. Come noto, infatti, il cinema decide di non proiettare il film in programma se non si presentano almeno tre spettatori. Per Tolo Tolo non è mai successo, neanche negli spettacoli delle 13, giocoforza meno frequentati.

tolo tolo oddo

E il pubblico, come sta reagendo? Come nel resto del Paese, i commenti sul 5° film di Zalone (il 1° come detto da regista) sono contrastanti, dicotomici finanche. Molti hanno enfatizzato il ‘salto di qualità’ fatto da Zalone e hanno descritto Tolo Tolo come “un film a tratti geniale”. Sicuramente dirompente, spiazzante specie per chi non è riuscito a metabolizzare il cambio di rotta dell’attore. Altri spettatori, appunto questi ultimi, si sono detti delusi. “Non ha senso questo film”, afferma una giovane ragazza, mostrando di non aver compreso il filo rosso che tiene unito il film, o più semplicemente non volendolo accettare.

Il ‘mediocre’, l’attore che meglio di altri negli ultimi anni ha dipinto l’italiano medio, le sue stranezze e le sue stereotipie, con questo lavoro cinematografico è riuscito ancora, sebbene in modi diversi, a far parlare di sé ma quel che più è importante è che è riuscito a far riflettere su un tema spesso liquidato con slogan quando non ignorato.

Zalone è, con buona pace di tutti, un fenomeno dei giorni nostri. Tolo Tolo è un fenomeno nel fenomeno.

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