Nuovi veleni a palazzo

La superstrada riapre le crepe in maggioranza. Toma ‘sfiducia’ Niro: “Non ne sapevo nulla”

Lo stop all'infrastruttura depennata dal decreto Milleproroghe riaccende i mal di pancia nella coalizione di centrodestra. Mentre qualcuno sostiene di aver visto circolare il documento martedì scorso in Consiglio regionale, il governatore accusa: "L'emendamento non è roba mia, dovete chiedere all'assessore Niro". Lui: "No comment", poi attacca il parlamentare M5S Antonio Federico e il capogruppo del Micaela Fanelli.

Il nuovo crash test sulla tenuta della maggioranza guidata da Donato Toma si consuma sulla superstrada a quattro corsie. Avviene tutto sulla ‘linea’ Campobasso-Roma-Milano: dai palazzi che contano del capoluogo molisano, e in particolare pare dall’Assessorato ai Trasporti e ai Lavori pubblici guidato da Vincenzo Niro, sarebbe partita l’idea di far inserire all’interno del decreto Milleproroghe un emendamento sull’opera coinvolgendo il deputato lombardo Jari Colla, scelto da Matteo Salvini in persona come commissario della Lega in Molise.

Poi succede quello che ormai è storia nota: l’emendamento viene bocciato dalla commissione parlamentare per un “errore tecnico”. E nel giro di 48 ore si scatena il putiferio. Uno dei big del centrodestra, Michele Iorio, parla del “fallimento” del presidente della Regione Molise.

E quest’ultimo, incalzato dai giornalisti a margine della conferenza stampa sul Parco del Matese, scarica tutte le responsabilità su Vincenzo Niro e Jari Colla, rispettivamente assessore ai Lavori pubblici nella Giunta regionale e il commissario della Lega: sarebbero stati loro i promotori dell’emendamento presentato per inserire l’opera nel decreto Milleproroghe ma respinto. Con Jari Colla c’era stato pure uno scontro agli inizi di gennaio, quando lo stesso Toma era alle prese con la verifica dell’operato dei suoi assessori e si parlava della sostituzione di Luigi Mazzuto (assessore esterno della Lega) con Aida Romagnuolo.

“L’emendamento non è roba mia – le parole di Toma – dovete chiedere all’assessore Niro che non risponde solo assessore, è anche coordinatore dei Popolari. Probabilmente si sarà messo d’accordo con la Lega per proporre un emendamento all’interno del Milleproproroghe, io non ho autorizzato (e non dovevo autorizzarlo io) alcun emendamento”.

Anche se, sostiene qualche bene informato, sembra che il documento che riportava l’emendamento da presentare a Roma circolasse martedì scorso in Consiglio regionale e pare sia stato portato sul tavolo del governatore. A meno che qualche ‘manina’ di palazzo D’Aimmo non l’abbia fatto sparire.

Intanto, sulla vicenda della superstrada il presidente aggiunge pure che “stiamo lavorando sulla quattro corsie seguendo quella che è la via logica, tradizionale: il piano delle opere strategiche. Abbiamo avuto un primo parere tecnico e il Ministero in sostanza ha condiviso questa esigenza. Adesso si tratta di mettere tutto in un piano strategico”.

Dunque, “Niro probabilmente ha agito come coordinatore dei Popolari così come avrà agito da commissario della Lega Colla. Ma fare politica come esponente di un partito non significa rappresentare la Giunta regionale”.

Questa dunque la versione dei fatti del governatore. Le parole di sfiducia espresse potrebbero avere comunque l’effetto di sfilacciare ulteriormente la maggioranza che in meno di due anni di governo ha fatto parlare più volte per i mal di pancia interni, le liti e la possibile crisi rinviata forse solo per l’attaccamento alla poltrona. E quindi, nonostante la sfiducia espressa pubblicamente nei confronti di un assessore che è anche capo dei Popolari, probabilmente nemmeno questa volta succederà nulla.

Alle dichiarazioni di Toma preferisce non rispondere Vincenzo Niro che, contattato da Primonumero, si limita a dire: “Non replico alle parole del presidente”, taglia corto. Ma, ragionando sull’argomento, aggiunge: “Se la Lega dovesse andare al governo (le elezioni di domani in Emilia Romagna e in Calabria potrebbero cambiare gli equilibri politici a Roma, ndr), già ho strappato il loro impegno sulla superstrada del Molise”.

Niro invece risponde all’onorevole di M5S Antonio Federico e al capogruppo del Pd Molise in Consiglio regionale Micaela Fanelli.

A suo dire, “hanno provato a creare il caos per confondere il giudizio dei cittadini” dovendo “giustificare mancanze nella propria condotta politica”. Poi ricorda le fasi salienti della vicenda: risale al 12 luglio 2019 la richiesta del presidente della Giunta regionale all’Anas per inserire il collegamento Termoli-San Vittore tra gli obiettivi proposti all’interno dell’aggiornamento del Contratto di programma 2017-2020. Ricorda pure che due richieste sono state inoltrate sia al ministro Toninelli che al ministro Provenzano, entrambi titolari delle Infrastrutture all’interno degli ultimi due governi.

Inoltre, aggiunge l’assessore regionale, “il 3 settembre è stata convocata una riunione presso il dipartimento per le infrastrutture i sistemi informativi e statistici per definire le modalità di realizzazione del collegamento tra lo svincolo San Vittore sull’autostrada A1 e Campobasso”. Quindi “è impossibile che Ministero e Anas non sapessero nulla della superstrada come sostiene Micaela Fanelli”.

Una strigliata è riservata anche all’onorevole Federico: a detta di Niro, l’interessamento della Lega sulla superstrada e la successiva presentazione dell’emendamento al Milleproroghe “sono gli unici segni tangibili di attenzione ricevuti dal Molise”.

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