L'Ospite

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La domenica della Parola, l’impegno alla lettura della Bibbia

di don Mario Colavita

 

“Stabilisco, pertanto, che la III Domenica del Tempo Ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio. Questa Domenica della Parola di Dio verrà così a collocarsi in un momento opportuno di quel periodo dell’anno, quando siamo invitati a rafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità dei cristiani […]. La Domenica della Parola di Dio esprime una valenza ecumenica, perché la Sacra Scrittura indica a quanti si pongono in ascolto il cammino da perseguire per giungere a un’unità autentica e solida”. Sono le parole di papa Francesco circa l’istituzione, per tutta la Chiesa, della domenica della Parola di Dio.

Una bella iniziativa che vuole incoraggiare i credenti a riandare a quella fonte inesauribile che rimane fondamentale per la vita e la crescita cristiana: la Parola di Dio.

L’impegno per tutta la Chiesa e far conoscere e risuonare nella vita personale e comunitario la bellezza di una parola che forma e ci apre alla grazia della conoscenza di Dio e di suo Figlio.

Fanno riflettere le parole gentili di San Bonaventura: “Il frutto della sacra Scrittura non è uno qualsiasi, ma addirittura la pienezza della felicità eterna. Infatti la sacra Scrittura è appunto il libro nel quale sono scritte parole di vita eterna perché, non solo crediamo, ma anche possediamo la vita eterna, in cui vedremo, ameremo e saranno realizzati tutti i nostri desideri”.

L’amore alla parola di Dio, al testo sacro e ispirato, l’amore alla terra santa possono davvero aiutarci nella maturità credente. Nella prima lettera di Pietro leggiamo: “La Parola del Signore rimane in eterno. E questa è la Parola del Vangelo che vi è stato annunziato” (1Pt 1,25).

Papa Francesco sabato 25 gennaio concluderà nella basilica di San Paolo fuori le mura la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani invitando tutti i credenti in Cristo a fidarsi della forza della Parola, lo farà da quella basilica dove riposano da quasi due millenni le reliquie dell’apostolo Paolo, grande annunciatore di Dio. Al corpo di Paolo, per un’occasione tutta speciale, dopo duemila anni farà corona il corpo di Timoteo, suo discepolo prediletto al quale ha raccomandato vivamente di annunciare la parola e di Dio, di ravvivare il dono e di non vergognarsi della testimonianza da rendere a Gesù Cristo.

Per la diocesi di Termoli-Larino, custodi del corpo di Timoteo, l’impegno è doppio anche perché durante la solenne Messa di domenica 26 gennaio papa Francesco avrà accanto a sé le reliquie di quel figlio spirituale che Paolo apostolo ha fatto crescere con l’aiuto della Parola di Dio, Timoteo.

La domenica della Parola non è solo uno slogan, deve diventare impegno e vita a conoscere di più e con costanza il tesoro grande che abbiamo ricevuto.

Il vangelo diq uetsa domenica ci testimonia la forza della parola. Gesù dalla Galilea, terra difficile, terra di pagani, comincia il suo lavoro di evangelizzazione.

Il vangelo di Matteo sottolinea come il primo gesto di Gesù è quello del proclamare: cominciò a proclamare: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino (Mt 4,17). Il testo greco parla di proclamare e non di predicare. La differenza è forte perché predicare significa dire qualcosa pro-clamare intende di più dice un fatto, un avvenimento pubblicamente, il fatto non si spiega si dice è quello che sta avvenendo, un proclama.

Il primo proclama di Gesù è convertitevi, cioè cambiare modo di pensare di agire, il cambiamento è possibile solo se abbiamo come modello Dio, la sua parola, perché il regno dei cieli è alle porte.

La vera conversione è accogliere la Parola di Dio, accettare Gesù parola incarnata di Dio, farla propria perché possa brillare e far luce nella vita.

L’icona che hanno scelto per questa domenica rappresenta Gesù che cammina affiancato da un uomo e una donna, i nuovi discepoli di Emmaus.

Tutti, uomini e donne, siamo chiamati a essere come questi due discepoli di Cristo: in cammino, per ripercorrere insieme a lui la Scrittura, lasciandoci ammaestrare e illuminare.

Nel logo la mano del Risorto addita la stella dell’evangelizzazione.

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