Razzia in città

I ladri non si fermano, altri due furti nella notte. E cresce la paura tra i cittadini

Dopo contrada San Giovani dei Gelsi, due colpi sono accaduti uno in via Tiberio, l’altro in via Colle delle Api. I ladri hanno svaligiato una villetta e un appartamento. Indagano polizia e carabinieri ma intanto le telecamere non funzionano e la banda dell’Audi sta facendo razzia

E’ chiaro che le risorse a disposizione nelle questure e nelle caserme non sono sufficienti. I pattugliamenti per proteggere le abitazioni, finora, non hanno rappresentato un deterrente per i ladri che – dopo aver colpito i centri limitrofi – ora sono passati di nuovo a fare razzia a Campobasso.

Dopo il primo colpo, ieri sera venerdì 3 gennaio, durante la notte hanno svaligiato altre due abitazioni: una in via Tiberio, l’altra in via Colle delle Api. Sui due episodi lavorano polizia e carabinieri.

Un allarme subito rimbalzato sui social, con i cittadini preoccupati non solo di chiamare le forze dell’ordine ma anche di avvisarsi tra di loro.

Una geografia dei furti che si sposta da un centro all’altro, nell’hinterland di Campobasso. E nonostante l’impiego delle pattuglie di polizia e carabinieri insieme all’occhio vigile dei cittadini, i risultati non arrivano. L’audi scura continua a fuggire e a mietere paura.

Molti testimoni raccontano di averla vista, ma poi, più nulla.

Colpiscono a batteria. Mentre sono in un posto, altri componenti – ma certamente della stessa bada – agiscono in un altro. Così da disorientare finanche gli interventi delle forze dell’ordine.

Vestiti di nero e incappucciati, sono sfrontati. Più volte, infatti, sono entrati in casa anche mentre all’interno c’erano i proprietari, per poi fuggire indisturbati e agire altrove.

A destare preoccupazione è anche il mancato funzionamento delle telecamere che a tutt’oggi – seppure in città ce ne siano oltre cento -, non sono in grado di fornire alcun aiuto alle forze dell’ordine. Non un numero di targa, non un indizio utile.

In base alla dinamica dei fatti e al modus operandi, gli investigatori sono indotti ad ipotizzare che la banda (o le bande, seppure collegate tra di loro) provenga, forse, da un campo nomadi del beneventano.

Già in passato, infatti, per un periodo la provincia di Campobasso fu presa di mira da una raffica di colpi simili e si ipotizzarono, anche all’epoca, “trasferte” provenienti dai campi nomadi campani e questo sia per il modo di agire che per la spregiudicatezza usata.

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