Intervista esclusiva al patron dei lupi

Gesuè ai tifosi: “Campobasso, dimostrami la tua forza. La serie C nostra priorità”

Il patron parla della lotta al vertice e fa un appello alla piazza: “E’ arrivato il momento di farmi vedere di cosa è capace Campobasso”. E promette: “Se non riusciremo a salire di categoria sul campo inizieremo dal giorno dopo nelle sedi competenti a lavorare per un ripescaggio”. In città c’è fermento in vista della sfida al Pineto.

Finalmente la città torna a parlare del Campobasso. Per il Corso c’è chi fa opera di convincimento: “Domenica si va allo stadio, non voglio sentire scuse…”. Poi c’è quello che dice: “Vabbè, dai, vengo anche io dopo un po’ di mesi di assenza”. In diversi punti del capoluogo ci sono striscioni che invitano i sostenitori a tornare sui gradoni. L’importante è che si sia risvegliato un moto di orgoglio, di appartenenza, grazie alla cavalcata impetuosa che la squadra ha intrapreso da oltre due mesi. Le vittorie seminano entusiasmo che poi però va coltivato per farlo crescere esponenzialmente.

 

“E’ arrivato il momento di farmi vedere di cosa è capace Campobasso”. Eccolo qua il Gesuè-pensiero. Il patron ci crede, sprona i suoi, promette cose buone per il calcio rossoblù. Ma vuole anche qualche risposta corposa. A partire da domenica, quando a Selvapiana arriverà il Pineto.

 

“Tutti mi hanno sempre detto – confessa nell’intervista esclusiva che ci ha rilasciato – che bastavano dei risultati positivi per riaccendere l’entusiasmo e vedere lo stadio pieno, penso sia arrivato il momento. Il Campobasso si sta giocando la possibilità di tornare nella terza serie italiana a distanza di 30 anni”. Ed è la verità, visto che l’allora serie C1 è stata giocata l’ultima volta nella stagione 1988/1989.

curva nord campobasso

Quell’abbraccio carico di emozione di domenica a Vasto con Mandragora e De Angelis vale più di mille parole, no?

“Credo molto nel lavoro di squadra, solo noi sappiamo quanto abbiamo sofferto e quanto ci siamo uniti e compattati in questi mesi. Soprattutto Mandragora è una persona che sta facendo un percorso importante con me, ha delle qualità umane e tecniche speciali che ho visto in pochi, ci sentiamo 20 volte al giorno, è i miei occhi quotidiani sulla squadra, vederlo crescere insieme a me mi dà molta soddisfazione”.

 

Con tredici risultati utili di fila e una forma smagliante il Campobasso può davvero ambire al salto di categoria?

“Viviamo domenica dopo domenica. Non poniamoci limiti però, ho sempre detto che avremmo fatto un campionato di vertice, non capivo i commenti definitivi fatti ad ottobre. Cerco di mantenere sempre le promesse fatte”.

 

Tutti ci auguriamo che il ‘miracolo’ della rimonta vada in porto. Ma in caso contrario conferma che farà di tutto per tentare la carta del ripescaggio?

“Come già detto, se non ci riusciremo sul campo inizieremo dal giorno dopo nelle sedi competenti a lavorare per un ripescaggio, ma questo non dipende solo da noi. Ma cominceremo a pensarci dal giorno dopo la fine del campionato. Adesso tutti concentrati, è ancora lunga la battaglia!”.

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