L'Ospite

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Epifania: il desiderio di cercare Dio

di don Mario Colavita

 

L’Epifania (in greco significa manifestazione) presenta due grandi temi: il primo, come Dio si è manifestato in Cristo; il secondo, come gli uomini possono trovare Cristo ed in Cristo trovare Dio.

Come cercare Dio? Il come è legato al desiderio.

Il desiderare Dio vuol dire averne bisogno, vuol dire che Dio diventa essenziale nella mia vita. Nell’Epifania questo desiderio è assolto dalla figura dei magi i quali desiderosi della conoscenza di Dio, attraverso la stella, alla fine del loro cammino a Betlemme trovano Dio. Il Vangelo di Matteo solennemente dice: “entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono” (Mt 2,11).

L’esperienza di Dio è un tema fondamentale del nostro cammino credente. Senza questa voglia il nostro diventa un cammino inutile, senza senso, senza consistenza.

È sotto gli occhi di tutti che le comunità stanno avendo un calo di fede, in cui il desiderio, la voglia di Dio sembra essere calata spaventosamente dando il posto ad altro.

L’Epifania è la festa della luce, dove Luce diventa il principio di comunione d’amore di Dio. I profeti hanno incoraggiato il popolo a riprendersi da cammini stanchi e sterili e ad alzarsi e rivestirsi di Luce.

La Chiesa nel bambino Gesù vede la luce degli uomini. Il vangelo di Giovanni nella sua introduzione (prologo) canta solennemente la fede e dice: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo […] eppure il mondo non lo ha riconosciuto” (Gv 1,9-10).

Di questa luce non possiamo farne a meno pena il camminare nelle tenebre, nel buio. Nella luce di Cristo il cammino diventa meno oppressivo, ricco di speranza perché il Dio incarnato è con noi.

Per capire l’Epifania e entrare nel suo mistero c’è bisogno della  stella, è la grazia della fede ricevuta in dono nel battesimo.

I magi, uomini pagani, che non conoscevano le scritture né le profezie, illuminati dalla grazia crescono nel desiderio della fede e così iniziano il cammino fino a Betlemme.

I magi rappresentano gli uomini che desiderosi di Dio lo attendono e lo cercano. Sanno che il loro cammino non è facile, ma è il cammino per incontrare Dio. Nella notte della fede quando tutto diventa incerto e inconsistente splende la luce della stella che ci guida all’incontro con la verità e la bellezza.

I magi ci danno coraggio e speranza, essi affrontano il cammino incoraggiati dai segni celesti arrivano all’adorazione del bambino.

Il vangelo di Matteo dice che adorarono il bambino e gli offrirono tre doni. La tradizione apocrifa risalante ai primi secoli del cristianesimo ha dato i nomi a questi personaggi facendoli re. Il vangelo apocrifo armeno dell’infanzia assegna loro anche i nomi: “il primo era Melkon, re dei Persiani, il secondo Gaspar, re degli Indi, e il terzo Balthasar, re degli Arabi” (11,1).

I doni dei magi sono simbolici essi dicono chi è il bambino adorato. Questi doni hanno un significato profondo: sono un atto di giustizia. Secondo la mentalità del tempo, rappresentano il riconoscimento di una persona come Dio e Re: sono, cioè, un atto di sottomissione. Vogliono dire che da quel momento i donatori appartengono al sovrano e riconoscono la sua autorità.

In un’omelia di S.Leone magno, papa del V secolo leggiamo: “Si compie quindi per i Magi il loro desiderio e, condotti dalla stella, arrivano fino al Bambino, il Signore Gesù Cristo. Nella carne, essi adorano il Verbo; nell’infanzia, la Sapienza; nella debolezza, il vigore; e nella verità dell’uomo, la maestà del Signore”.

Epifania diventa la festa della manifestazione e dell’adesione alla fede nell’unico vero Dio: luce da luce, Dio vero da Dio vero; festa di luce e incontro dei popoli tra i popoli e con Dio.

 

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