Un anno dopo

Corinaldo: Eugenio non riesce a raccontare quell’inferno. A giudizio gli autori della strage

Rito immediato davanti alla Corte d’Assise di Ancona per i sei giovanissimi della “banda dello spray” responsabili di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo

E’ trascorso un anno da quella notte maledetta, quando una serata di festa e musica alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo si è trasformata in una strage. Morirono sei persone: 5 ragazzini e una giovane mamma. Decine i feriti, in coma anche Eugenio Bove, il 19enne di Ferrazzano che quella sì era lì per assistere al concerto di Sfera Ebbasta. Per lui, ferite gravissime, il coma e poi, per fortuna, la lenta ripresa. Eugenio, oggi, fisicamente, sta bene ma psicologicamente è ancora presto per rimuovere quel ricordo che è tuttora vivo. E che ancora gli crea sofferenza e dolore.

Ha trovato un lavoro nelle Marche, e per le festività di Natale è tornato a Ferrazzano, ma di raccontare quei momenti non ha alcuna voglia. La famiglia – assistita dall’avvocato Silvio Tolesino –  segue le vicende giudiziarie di Corinaldo e chiede – come tutti coloro che quell’8 dicembre erano in quell’inferno – che venga resa giustizia a chi non c’è più e a chi ha rischiato la vita.

Ed è di oggi la notizia della citazione a giudizio per i sei autori di quella strage.

La Procura della Repubblica di Ancona aveva depositato al gip la richiesta di giudizio immediato per coloro che sono stati arrestati il 2 agosto scorso nell’ambito dell’inchiesta su quella strage. Questa mattina è arrivato il “sì” alla richiesta e il rito immediato si svolgerà davanti alla Corte d’Assise di Ancona il prossimo 13 marzo.

I sei sono ritenuti responsabili di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo.

Un fiume di reati dei quali dovranno rispondere per aver cagionato la morte di sei innocenti, il ferimento di circa 200 persone.

Definita come la “banda dello spray” sono tutti giovani tra i 19 e i 22 anni, del Modenese, e in varie località italiane hanno usato spray urticante in discoteche e locali per rubare catenine e monili.

Ma c’è anche un altro fascicolo aperto dalla procura e riguarda gli enti che a quel locale avevano concesso le autorizzazioni per trasformarlo in una discoteca.

Perché da quel giorno la vita di centinaia di persone è cambiata per sempre. Genitori che piangono figli che non ci sono più, ragazzi che non riescono a dimenticare, e padri e madri arrabbiati per quello che non doveva succedere. “La strage di Corinaldo non doveva accadere”.

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