Cronache

Buongiorno 2020 da Leonardo, Divine e Toma

Poco dopo la mezzanotte, il 1º gennaio a Isernia è nato Leonardo, tre ore dopo, a Termoli, è arrivata Divine, una bambina che le cronache definiscono “splendida bambina di genitori nigeriani”. C’è da supporre che i loro parti siano stati pietosamente procrastinati per scaramanzia contro il rischio chiusura di reparti nascita e forse per dare un segnale di speranza a una regione sull’orlo di scendere sotto quota 300 mila anime avviandosi verso una lenta ma inesorabile estinzione.

Quest’anno però la concomitante nascita di un bambino molisano dalla pelle bianca e di una bambina (“molisana”?) dalla pelle nera, impone una riflessione in più, dopo la pubblicazione dei dati dell’Annuario statistico 2019, che certifica il Molise in controtendenza rispetto alle altre regioni del Sud. Nella nostra regione infatti l’età media del parto è di 32,6 anni, nel Sud scende a 31,9, in Italia ancor di più a 31,7, mentre quella delle partorienti straniere scende addirittura a 27.

Se allora teniamo conto del rapporto numerico esistente tra donne molisane e straniere, ecco dunque che la nascita di Divine tre ore dopo quella di Leonardo non è più un dato statistico ma “politico”. Nel senso cioè che imporrebbe non solo un’inversione di rotta nelle politiche sulla natalità, ma un ridimensionamento del problema migratorio in termini di integrazione, ripopolamento e rivitalizzazione di territori in estinzione. Questo però bisognerebbe spiegarlo a chi appena sente pronunciare la parola ius soli corre ad iscriversi alla Lega.

A fine anno il presidente Donato Toma ha voluto formulare i suoi auguri ai molisani con un comunicato che, dopo aver acutamente premesso che “l’anno nuovo si appresta a subentrare all’anno che passa”, ha tracciato un sintetico bilancio del suo Governo che solo un masochista poteva definire non positivo.

A Toma è stato spesso attribuito uno “spirito di showman” e un gusto per i “siparietti”. Questa volta tuttavia deve essersi convinto che un vero messaggio al popolo non dovesse essere esente da elevati afflati escatologici e morali. Dunque, rubando il mestiere a Giancarlo Maria Bregantini, ha prima postulato chel’uomo ha bisogno di guardarsi indietro per migliorare le sue scelte” e infine ha raccomandato ai molisani di fare i conti con i propri sentimenti”.

Anche i commercialisti hanno un’anima. 

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