Termoli

Befana meno amara grazie alla Croce Rossa: calze, regali e cibo

Ore 10 di lunedì 6 gennaio 2020: mentre la maggior parte dei bambini è sveglia da un po’, intenta a mangiare i dolciumi trovati all’interno della calza per l’Epifania, fuori dalla porta della Croce Rossa Femminile in Piazza Olimpia a Termoli, numerose famiglie attendono in fila il loro turno. Oggi, infatti, non è solo la ‘Befana’ che “tutte le feste porta via”: per molti termolesi (e non) è solo un altro difficile giorno in cui bisogna sbarcare il lunario, nella speranza dei poter riempire piatti, colmi poco meno della metà, e dare speranza – e un futuro più roseo – ai propri figli.

Sono millecinquecento, persona più persona meno, i fruitori che, giornalmente, si recano alla Croce Rossa con le tasche vuote e i cuori pieni di sogni, per ricevere la loro busta: pasta, legumi, sugo, qualche dolcetto o poco più. Prodotti base, che si trovano nella dispensa di molte famiglie, che per qualcuno rappresentano tutto. Non solo un pasto che riempie lo stomaco, ma il sogno che, un giorno o l’altro, quel piatto di pasta possa raddoppiare, triplicare perfino, fino a diventare parte di un menu completo. Dolcetto e caffè compreso.

In fila ci sono impiegati che hanno perso il lavoro, imprenditori la cui azienda è fallita, madri single che arrancano per arrivare a fine mese collezionando pochi spicci con lavori saltuari, l’operaio licenziato, chi fa fatica ad integrarsi in una società retrograda e chi non  riesce a trovare lavoro perché ‘non raccomandato’. L’esercito dei nuovi ‘poveri’ – ma non nello spirito – ha la faccia della gente comune, di persone ‘della porta accanto’, di coloro che incontri per strada e che mai penseresti possano essere ‘bisognosi’ di un piatto caldo ma non solo.

Perché purtroppo sono tanti, troppi, coloro che si rivolgono agli uffici termolesi perché impossibilitati a pagare le bollette, a ricaricare il bombolone del riscaldamento o a pagare il ticket per la visita medica del proprio figlio: “Spesso ci autotassiamo per aiutare chi ne ha bisogno” conferma la responsabile dell’area 2 della Croce Rossa Femminile Anna Lucia Presutti.

Termoli, Larino, Montenero di Bisaccia, Santa Croce di Magliano, Lucito, Palata: sono queste le provenienze degli assistiti della Croce Rossa termolese. Italiani ma anche stranieri. Tutti insieme in attesa che le porte si aprano, senza distinzione di sesso, età o credo religioso. Famiglie, per la maggior parte, ma anche anziani. A dimostrazione del fatto che qui non si rivolgono solo ‘sbandati’ o reietti della società, ma persone che non rinunciano alla loro dignità, neppure quando chiedono aiuto. E questa mattina, per l’Epifania, lo hanno dimostrato: accompagnati dai loro figli o nipoti, decine di famiglie hanno pazientemente aspettato di entrare nella sede dei volontari per rendere la Befana meno amara.

Ad attenderli, con un sorriso così caloroso da riscaldare cuore ed anima, le volontarie della Croce Rossa Femminile e centinaia di doni, concessi da cittadini ed attività: calze della Befana ripiene di cioccolati,  biscotti, pasta, legumi e giochi arrivati qui grazie al grande cuore umano. “Melillo ha regalato i mostaccioli, mentre Verì, Decò, Gran Risparmio, Lo Scrigno hanno donato cibo e biscotti”, conferma la responsabile. C’è chi ha scelto una bicicletta, chi un peluche, chi la calza: ognuno di loro è uscito con le mani piene ed il cuore un po’ più leggero.

In quelle stanze, troppo poche e troppo piccole per accogliere tutto, c’è molto di più. Vestiti, scarpe, libri, generi per la cura del corpo per adulti e bambini. Cinque camere, un ingresso e 45 volontari per aiutare millecinquecento persone a vivere: “In passato erano molte di più – fa sapere Presutti – Con il reddito di cittadinanza alcune famiglie non vengono più qui, ma quanto durerà? Il fondo, prima o poi, terminerà”. Proprio questa paura, unita all’incertezza lavorativa, spinge le volontarie a fare un appello alla comunità: “Donate agli altri, che siano beni materiali o, ancora più prezioso, il vostro tempo. Abbiamo bisogno di persone che ci diano una mano. Vi promettiamo che sarete ben ricompensati dai sorrisi e dall’affetto che incontrerete tra queste pareti”.

commenta