Tragedia sfiorata

Travolto da un branco di cinghiali: “Con un’auto vecchia ci avrebbero ammazzato”. E nessuno li soccorre

L’imprenditore Elio Berchicci e suo figlio sono stati investiti da decine di ungulati nei pressi del Gessificio di Guglionesi. “Con le zanne ci hanno squarciato una gomma e ho subito altri danni”. Ma per i risarcimenti dovrebbe avviare un’azione legale, visto che la Regione ha una caterva di ricorsi pendenti

Anche stavolta si è sfiorata la tragedia. Due uomini travolti con la loro auto da un branco di cinghiali, capaci con la loro forza di piegare le portiere e squarciare gli pneumatici. “Per fortuna eravamo su una Bmw X5, non oso pensare se fossimo stati su un’auto piccola o vecchia” racconta Elio Berchicci, imprenditore di Palata che ieri ha vissuto questa terribile esperienza insieme al figlio.

Non è successo nulla di irreparabile, per fortuna, ma probabilmente l’allarme ai piani alti della Regione Molise suonerà solo quando qualcuno ci rimetterà la pelle. Perché è quello che tutti i giorni centinaia di automobilisti rischiano sulle strade della regione ormai invasa dagli ungulati.

Il racconto di Elio è da brividi. “Ci muoviamo in auto tutti i giorni da Palata a Campochiaro per lavoro. Ieri eravamo sulla strada verso casa, attorno alle 19. Ci trovavamo sulla strada che dalla Bifernina porta a Palata, nei pressi del Gessificio di Guglionesi, non lontano da un distributore di carburanti”.

Una zona quindi già conosciuta. “Sappiamo che è territorio dove spesso i cinghiali attraversano la strada, li abbiamo visti più volte. Per questo andiamo sempre a velocità ridotta in quel punto. Eravamo a 40 o 50 all’ora”.

Un’andatura scelta per evitare di investire cinghiali. “Solo che stavolta siamo stati investiti noi. Erano una cinquantina più o meno, alcuni di dimensioni enormi, forse da due quintali, ci hanno travolto. Uno con le zanne ha squarciato uno degli pneumatici anteriori, altri hanno piegato la portiera”. L’auto è stata caricata dal carroattrezzi, ma i danni sono ancora da calcolare, ma è possibile che diverse parti meccaniche e di carrozzeria andranno sostituite.

Il punto però è un altro. “Mio figlio di solito viaggia con una Punto, mia moglie con una Panda. Cosa sarebbe successo se non fossimo stati sulla X5 che è una macchina grossa? Ci avrebbero ammazzato. Lo stesso se fosse passato qualcuno in moto o in bici”.

La paura di quei momenti si è presto trasformata in rabbia. “Ho chiamato i carabinieri, ma mi hanno risposto che se nessuno si era fatto male, allora non avevano una pattuglia da mandarci. Mi sento inerme”.

Per lui non è certo il primo episodio che ha a che fare con gli ungulati. “Ho un’azienda agricola a Petacciato e quotidianamente i raccolti vengono distrutti dai cinghiali. Non è un fatto occasionale, non è sporadico. Ormai è un’invasione. Chi deve decidere in Regione non sa di cosa si parla e se lo sa non se ne frega”.

Elio è contrario a possedere un fucile per difendersi da solo. “Ho pensato di armarmi ma non fa per me, non sono il tipo. Ma al tempo stesso dico agli animalisti, venite a vedere cosa fanno i cinghiali, provate a immaginare cosa significa essere travolti da un branco”.

Il suo sfogo è quello di tanti molisani. “Non ci si può mettere in macchina e avere questa preoccupazione. Chi deve decidere non può continuare a fare finta di niente. Bisogna prendere delle decisioni e farlo nel rispetto di chi vive in questo territorio”.

E al danno si unisce la beffa. “Mi hanno sconsigliato di chiedere un risarcimento alla Regione perché non pagano più nessuno”. La norma che tutela le vittime di questi danneggiamenti da fauna selvatica esiste, ma vista la caterva di risarcimenti chiesti, i pagamenti sembrano bloccati. In sostanza non solo non sono stati presi provvedimenti contro il proliferare degli ungulati, ma adesso non si vedono neanche i soldi per risarcire chi ha subito i danni.