Guardialfiera

L’importanza della condivisione nel presepe vivente di Piedicastello

Bisogna guadagnarsela quella luce. Bisogna guadagnarsi con la fatica della salita l’incantevole spettacolo che chiude il percorso di Piedicastello, antico borgo di Guardalfiera.

Così, gradino dopo gradino, il visitatore, anche il più distratto, arriva al cospetto della Natività, il cui splendore culmina nel dolcissimo volto della Madonna che gioca con le manine del suo fagottino, un Bambino Gesù sorprendentemente calmo nel giaciglio di fortuna. Non ce ne voglia l’interprete di san Giuseppe, ma il punto focale del presepe vivente di Guardialfiera – tra i primi del Molise – è tutto nella coppia madre-figlio.

presepe vivente guardialfiera

Un magnificente microcosmo, indipendente ma perfettamente integrato nell’universo delle colonne della cripta romanica della Cattedrale, così esili e contemporaneamente così possenti nel sopportare il grande peso della chiesa soprastante. L’allegoria della Vergine Maria. E della vita del vero cristiano.

Sorvoleremo sulla bravura della ricostruzione dei particolari dei costumi dei figuranti – pregevole -, delle botteghe dei mestieri – ineccepibile – e sulla filodiffusione – decisamente suggestiva – per soffermarci su un altro aspetto che da solo vale la lunga fila di attesa al percorso: la solidità di una comunità che da ben 33 anni collabora alla realizzazione di uno spettacolo unico.

presepe vivente guardialfiera

Settimane di lavoro per realizzare una rappresentazione che, a ragione, attira visitatori anche dalle regioni vicine. Un’organizzazione che coinvolge davvero tutti, adulti e bambini indistintamente, e che ha il vezzo di inserire nella rappresentazione l’assaggio di un cibo tipico e antico di Guardialfiera: lo sfringione.

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Quindi, tra ventate di spezie mediorientali e di tostatura di ceci e castagne, si distinguono quell’odore di fritto e quei gesti di condivisione del pane che, per chi è originario del paese che guarda il lago e, con la secca, il ponte di Annibale, riporta ai ricordi di bambino con il suo carico di innocenza. La stessa del bimbo protagonista del presepe.

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