La cenerentola d'italia

Il Molise lancia il ‘suo’ turismo: “Autentico e genuino”. Ma non dice come e con quali soldi

Approvato a maggioranza il Piano Strategico Regionale per lo Sviluppo del Turismo voluto dall’assessore Vincenzo Cotugno. Critiche le opposizioni che hanno votato contro: “Dati carenti, manca programmazione”

Creare la ‘Destinazione Molise’ per un turismo “autentico e genuino”. Queste le intenzioni, sebbene manchino le direttrici fondamentali di come la regione Cenerentola d’Italia dovrebbe uscire dall’anonimato per diventare un punto di riferimento nazionale e internazionale dei vacanzieri. In sostanza come si arriverà a sopperire alla carenza di posti letto? Come si riuscirà nella destagionalizzazione? E soprattutto con quali fondi?

Un anno dopo l’inizio degli Stati generali del turismo molisano, ecco pronto il Piano che tante polemiche aveva innescato, data la spesa da 1,3 milioni di euro solo per predisporlo. Ma adesso quel Piano vede la luce, almeno politicamente, dato che il consiglio regionale lo ha approvato a maggioranza nella seduta di lunedì 2 dicembre. Undici voti, quelli della maggioranza Toma escluso Michele Iorio che si è astenuto, confermando di essere ormai fortemente critico su tutto quello che la maggioranza porta avanti. Otto i contrari, cioè le due minoranze al completo.

A spiegare in che direzioni si è mossa Sviluppo Italia, cioè il gruppo cui è stato dato il compito di redigere il Piano, è stata la relatrice della I Commissione consiliare regionale, Paola Matteo. “Il Piano si pone varie tipologie di obiettivi strategici quali: innovazione, specializzare e integrare l’offerta regionale; accrescere la competitività del sistema turistico regionale, sviluppare un marketing efficace e innovativo, realizzare una governance efficiente e partecipata nel processo di elaborazione e definizione del Piano strategico e delle politiche turistiche”.

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Ma il lavoro portato avanti non ha soddisfatto le opposizioni. Dal Partito Democratico, Micaela Fanelli parla di “un grande lavoro di studio e di analisi, che rischia di tradursi in un documento senza conseguenze e di nessuna utilità per il Molise”.

Secondo l’ex sindaca di Riccia “non c’è programmazione, il Piano non dialoga, non si armonizza e non si incasella con le altre pianificazioni strategiche regionali, come il Piano dello Sport (all’ordine del giorno di oggi in Aula) o il Piano sociale. Quali sono le prime azioni che si vogliono finanziare? Quali i tempi? Quante risorse, ogni anno, saranno appostate nel Bilancio regionale? Quali sono le misure che concretizzano le previsioni in esso contenute? Diciamo quello che vogliamo fare, ma non come lo vogliamo fare, con quali risorse, priorità, mezzi”.

Ma quanto presentato in aula non ha soddisfatto nemmeno i pentastellati. “Il ‘no’ del MoVimento 5 Stelle al Piano regionale per lo sviluppo del Turismo in Molise è frutto di un’analisi precisa di tutto il documento che rischia di essere un semplice esercizio di stile, una dissertazione accademica che non risolve in concreto i ritardi di una regione turisticamente carente” scrive Angelo Primiani.

Angelo Primiani

Tuttavia secondo la Matteo, “dall’ascolto del territorio è emersa la necessità di potenziare l’accessibilità e le infrastrutture, rafforzare la capacità ricettiva, rafforzare la qualità dell’accoglienza, valorizzare il “prodotto Molise”, migliorare la promozione turistica e culturale, migliorare la gestione dei flussi turistici e la governance dei processi, migliorare le competenze della filiera del turismo e della cultura”.

Il Piano messo a punto avrebbe perciò considerato “la struttura demografica della regione, la volontà del viaggiatore tipo di ricercare l’autenticità di luoghi, utilizzando per la conoscenza di questi le nuove tecnologie, le Ota (on line trave agencies) e gli smartphone, l’offerta di un turismo che soddisfi coloro in quali sono sensibili alle tematiche ambientale con servizi eco-compatibili”.

L’elenco di cosa il Piano vuole fare, senza specificare bene come, con che tempi e quali fondi, si allunga ancora. Nelle intenzioni “sviluppare la capacità del territorio e dei suoi abitanti di porsi accanto al turista, dalla sua parte, in termini di “vicinanza”, rendendolo partecipe della propria storia e della propria identità, al fine di costruire una “destinazione Molise”, riconoscibile e attrattiva. Si vuole, inoltre, conservare, allo stesso scopo, i caratteri di genuinità ed accoglienza, preservando il patrimonio fatto di stili di vita, cultura e matura”.

Paola Matteo

E ancora, in termini di obiettivi di risultato, ecco 4 punti fondamentali: Aumento delle presenze turistiche, Riduzione della stagionalità, Aumento del Valore aggiunto del comparto turistico, Aumento degli Addetti nel comparto turistico.

Critica ancora la Fanelli. “Dunque, restiamo fermi ad un’ottima premessa, ma senza alcuna possibilità di esplicare il potenziale del Piano. Una premessa dove il lavoro dei dipendenti di Sviluppo Italia e degli altri soggetti è stato certamente di qualità. Cosa che, invece, non è possibile affermare per il moltiplicarsi dei costi del CdA di Sviluppo Italia (da uno a tre) voluto da Toma. Uno spreco di risorse non necessario e non giustificabile, alla luce di un piano turistico, per il quale sono state necessarie risorse umane e finanziarie addizionali. Lo abbiamo segnalato al “Controllo analogo” del Mef. Vedremo”.

Micaela Fanelli Pd Consiglio regionale

Anche per il Movimento Cinque Stelle il turismo molisano e le sue potenzialità meritavano ben altro lavoro. “Questa sorta di miopia è un male, perché fin quando la Regione Molise non concepirà il turismo come centro e approdo di direttrici settoriali differenti, non potrà fare una programmazione efficace.

Soprattutto in un comparto ingessato da ben 33 norme regionali. Ecco perché sarebbe fondamentale dotare il settore di una governance snella, magari puntando sulla creazione di un’Agenzia regionale di Sviluppo turistico che riesca a declinare i buoni propositi in azioni per il territorio in modo più veloce ed efficace”.

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