L'Ospite

Il caso di montenero

Di Stefano assessore di quale Cultura? Amministrazione faccia qualcosa

di Nicola Palombo

 

Esprimiamo pubblicamente indignazione e condanna per le esternazioni, rese a mezzo social, dell’assessore alla Cultura di Montenero, Massimo Di Stefano, il quale ha pubblicato immagini e frasi di Benito Mussolini.

Non contento, l’assessore dichiara alla stampa che pur avendo sbagliato non si pente del proprio gesto, che Mussolini ha preso il potere in modo violento pur essendo stato un grande statista e che ha pubblicato quelle frasi solo perché voleva esprimere un momento di contrarietà personale pur utilizzando parole di una violenza inaudita come il termine “infame”, in uso solo durante il fascismo e dalla malavita. In questo modo egli, non solo rivela tutta la sua inadeguatezza a ricoprire il ruolo affidatogli che, come recita l’art. 54 della Costituzione, andrebbe adempiuto con disciplina ed onore, ma esprime anche un misto di ignoranza storico-politica e di illogicità dei propri comportamenti e delle cose da lui stesso asserite.

L’assessore Di Stefano sappia che tutti i cittadini vivono momenti di difficoltà, ma non per questo ricorrono a citare il Duce. Sappia anche che ha la fortuna di servire nel Paese più bello del mondo e che avrebbe potuto rifugiarsi in centinaia di poeti, registi, attori, letterati e grandi del pensiero per sfogare le sue paturnie personali o politiche. Al contrario se, così come da egli stesso esternato, crede che Mussolini sia stato un grande statista da celebrare, sappia che ciò in Italia configura il reato di apologia del fascismo, perché Mussolini è stato colui che ha ridotto in schiavitù questa Nazione attraverso la violenza e la riduzione delle libertà sociali e individuali.

Ci sembra doveroso, ma al contempo assurdo, dover ricordare tutte queste cose all’assessore Di Stefano poiché, non solo è uomo delle istituzioni, ma anche un servitore dello Stato, essendo un sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri. Ci chiediamo come faccia a rispettare il giuramento prestato e far rispettare le leggi se egli stesso manca di cultura storica e giuridica di base. Ci chiediamo come faccia a servire lo Stato, la cui Carta costituzionale è nata dalla Resistenza e dall’antifascismo, per poi avere comportamenti un po’ inneggianti, a tratti revisionisti, con un pizzico di voluta confusione.

Respingiamo con forza al mittente le accuse di strumentalizzazione politica, sicuri che il vittimismo dell’assessore è la foglia di fico per nascondere il suo becero tentativo di propaganda, certi della nostra onestà intellettuale e di star agendo unicamente mossi dai valori antifascisti che ci contraddistinguono da sempre e che dovrebbero accomunare ogni cittadino italiano in maniera trasversale. Prima fra tutti dovrebbe prendere le distanze dall’inopportunità dell’assessore Di Stefano, l’assessore Simona Contucci, nipote di quell’Amleto Contucci che fu operaio e partigiano della Brigata Maiella e che perse la vita in battaglia a 35 anni.

Crediamo convintamente che tutte le forze politiche che si riconoscono nei valori dell’antifascismo e della Costituzione, debbano difenderli in modo chiaro e netto. Pensiamo che l’assessore Di Stefano debba chiedere scusa ai cittadini e rassegnare le dimissioni per inadeguatezza verso il ruolo che ricopre. Nel caso ciò non avvenga, porteremo, attraverso una mozione di sfiducia, la questione in Consiglio per chiedere al Sindaco di revocargli le deleghe, assumendosi contestualmente la responsabilità del ruolo che ricopre.

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