“Un atto inaccettabile”, così il centrosinistra riguardo alla delibera di Giunta regionale che “rispolvera” l’ipotesi della delocalizzazione della stazione di Termoli, o meglio la pone come condizione/prescrizione ad Rfi per il proprio sì al progetto di raddoppio ferroviario.
Oggi 28 novembre, a tre giorni dalla data della delibera fatta dalla Giunta Toma al completo, il centrosinistra termolese fa sentire la propria voce in una conferenza stampa. A parlare per tutti è l’ex sindaco Angelo Sbrocca, ma attorno a lui c’erano i consiglieri Oscar Scurti e Manuela Vigilante e i simpatizzanti Giorgio De Luca, Giuseppe De Lena e Antonio Giuditta.
Sbrocca esordisce usando termini come ‘campobassocentrizzazione’ e svilimento del Basso Molise, riferendosi al fatto che “questo è l’ennesimo esempio di decisione presa a tavolino senza prendere minimamente in considerazione l’opinione del territorio”.
Una “decisione d’imperio” che andrebbe contro la vox populi (che all’ipotesi delocalizzazione si era opposta in un coro quasi unanime) e contro lo stesso Comune che, come scritto ieri da Primonumero.it, nello stesso giorno votava una Delibera di Giunta Comunale in cui del termine ‘delocalizzazione’ non si fa mai menzione parlando invece di ‘potenziamento’. Possibile? Per il consigliere Sbrocca in realtà appare difficile da credere. “Mi sembra una furbata del Comune”. Come a dire, accortosi della scarsa popolarità dell’ipotesi di spostare da piazza Garibaldi la stazione, l’ha omessa dal proprio atto programmatico. Ma poteva non sapere nulla di ciò che da lì a poche ore avrebbe deliberato la Regione, che opta per una soluzione radicalmente diversa?
Il bersaglio principale del centrosinistra resta però la Regione e gli appunti che le si fanno sono sia di ordine politico che tecnico. In prima battuta, per Sbrocca e gli altri è intollerabile come Toma abbia usato due pesi e due misure in questa e in una questione ‘analoga’, quella del famigerato ‘Tunnel’. “Ricordate che disse che non si poteva fare un’opera del genere senza sentire il parere dei cittadini tramite un referendum?”. Stavolta invece il Presidente, su una questione che per Sbrocca è “esponenzialmente più impattante da un punto di vista urbanistico e della vita dei cittadini”, del parere dei rappresentati se ne disinteressa.
Ma un j’accuse simile è rivolto anche all’Ammministrazione Roberti che avrebbe avocato il parere dei cittadini oltre che sul progetto di riqualificazione del centro anche su una questione di minore impatto. Il riferimento è alla chiusura-riapertura di Corso Umberto. “Si diceva che aveva penalizzato i commercianti di quella strada, e lo spostamento della stazione allora cosa comporterebbe?”
Alle prescrizioni che la Regione ha dettato ad Rfi si contestano poi singolarmente varie questioni tecniche, dalla copertura dei binari che per il centrosinistra non avrebbe senso senza un contestuale abbassamento della linea ferrata (“così non si ricucirebbe affatto la spaccatura del centro cittadino, anzi”) al riferimento alla non coerenza del progetto con il neo Piano regolatore del porto, per finire con la questione della frana di Petacciato per la quale “il Ministro Costa ha appena stanziato 34 milioni”.
Intanto il Comitato civico Cittadini in Rete, che da anni si batte contro quello che ritiene lo ‘scempio’ delle barriere antirumore, si dice soddisfatto del fatto che Regione e Comune nelle rispettive delibere abbiano preso in considerazione i loro studi e le loro osservazioni. Il centrosinistra, pur condividendo il no alle barriere fonoassorbenti nel centro cittadino (“anche noi abbiamo fatto proposte alternative”), non è affatto d’accordo – come detto sia nel merito sia nel metodo – con le prescrizioni presentate alle Ferrovie Italiane tanto che chiede, senza usare mezzi termini, che la Regione revochi l’atto.
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