L'Ospite

L'ospite

Siamo autorizzati a pensare…

Siamo autorizzati a pensare in un tempo in cui “l’intensità delle emozioni è particolarmente determinante nei comportamenti”. Tempo in cui “ciascuno si ritiene criterio del bene e del male, del diritto e del torto: quello che io sento è indiscutibile, quello che io voglio è insindacabile”.

Tempo in cui molti “vivono le loro legittime aspettative con atteggiamenti di pretesa arrogante”, esigendo “di essere serviti e ascoltati come se si fosse soli al mondo”. Ma anche tempo in cui i cittadini si trovano alle prese con
“procedure esasperanti”, tutt’altro che ragionevoli.

Che cosa dunque significa pensare?….” forse insieme possiamo coltivare un senso di responsabilità che ci impegna a un esercizio pubblico dell’intelligenza, che si metta a servizio della convivenza di tutti, che sia attenta a dare la parola a ogni componente della città, che raccolga l’aspirazione di tutti di vivere insieme, ad affrontare insieme i problemi e i bisogni, a recensire insieme risorse e potenzialità”.

Scopo di tale esercizio pubblico dell’intelligenza è costruire una “visione di futuro” condivisa, che abbia i suoi riferimenti in una “Europa come convivenza di popoli” e nella “Costituzione della Repubblica Italiana”, la quale rappresenta innanzitutto “un metodo di lavoro, che vale anche per noi: le differenze si siedono allo stesso
tavolo per costruire insieme il proprio futuro”.

Ora, che il Vescovo di una diocesi importante come Milano dica che siamo autorizzati a pensare non è banale. Spesso l’ansia dell’originalità tradisce l’esigenza della verità. Troppe volte il (pur legittimo) desiderio dell’affermazione personale cancella ogni responsabilità sociale.

commenta