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Le quote rosa dividono il Consiglio regionale. Manzo (M5S): “Solidale con Fanelli, legge necessaria”

Il suo è stato l’unico “sì” a favore della proposta di legge per garantire la rappresentanza di genere all’interno della Giunta regionale e delle società partecipate della Regione Molise. Ormai si sa com’è andata: la maggioranza di centrodestra e anche due consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno bocciato la norma di cui Micaela Fanelli è stata la prima firmataria. 

In Aula Patrizia Manzo ha provato a difendere il testo e, a distanza di qualche ora dalla conferenza stampa del Pd, non solo esprime solidarietà alla stessa Fanelli (che per motivi personali era stata costretta a lasciare l’assise), ma sottolinea anche l’importanza del provvedimento: “Una proposta che mira ad attuare ‘la piena parità tra uomini e donne nella vita sociale, culturale, economica, politica e istituzionale’ non può essere affrontata innanzitutto in assenza del proponente: non è un fatto regolamentare, ma una questione di democrazia”.

Una legge del genere non può essere affrontata neanche, come avvenuto, a Consiglio mezzo vuoto e senza parere della Commissione di Parità che per legge istitutiva si esprime sulle proposte di legge che riguardano i temi di cui si occupa. E in questo caso aggiungo che ciò non è potuto avvenire, perché una Commissione del genere, dopo oltre un anno e mezzo di legislatura, non è stata ancora insediata”.

Inoltre, a detta della Manzo, “una legge di tale significato andava condivisa dalla Prima Commissione con il territorio, con tutti gli organi interessati, con la Consigliera di Parità, ascoltando il Garante per i diritti della persona o i gruppi di promozione della Parità. In questo modo il Consiglio regionale avrebbe avuto maggiori spunti di riflessione. Per questo ho ritenuto e ritengo ancora che una legge simile andava rinviata in Commissione, per essere approfondita e condivisa con chi si occupa di certi temi ogni giorno”.

Consapevole che “il tema delle quote rosa divide (io stessa, non ho problemi a dirlo, nel corso del tempo ho cambiato opinione)”, per la consigliera regionale pentastellata, la più votata alle scorse Regionali, purtroppo una legge del genere è necessaria nella nostra Regione, l’unica in Italia ad essere priva di donne nella Giunta: “Forse, proprio stabilire con legge la parità di genere credo sia un passo verso la rivoluzione culturale che nel tempo dà possibilità alle persone di ricoprire determinati ruoli a prescindere dal genere di appartenenza. Del resto è accaduto anche con l’apertura al voto alle donne. Spesso non si può attendere il cambio di mentalità, ma a un certo punto il legislatore capisce che c’è necessità di garantire un diritto attraverso una norma volta a sanare la frequente penalizzazione di ordine morale ed economico che le donne hanno spesso sofferto e soffrono.

Ad ogni modo, in definitiva credo che una proposta di legge meritasse più rispetto anziché l’arroccarsi dietro un iniquo immobilismo che troppo spesso rischia di cristallizzarsi in quel triste fenomeno definito esclusione sociale”.

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