Sanità nel caos

Forciniti “licenziato” dalla Asrem, altolà a Regione e commissaria: “Decisione illegittima”. Il caso al Ministero

L'ex comandante del Nas, da anni al vertice della direzione amministrativa Asrem, invia tramite legali una pre-diffida a Toma e Scafarto, che con atto interno ha troncato la collaborazione in anticipo. “La nomina della commissaria è nulla” la sintesi dei legali, che hanno inoltrato un atto di significazione anche al ministro Speranza.

Se la nomina “a intuito” della commissaria Asrem è un “atto nullo” perché votato oltre la scadenza dei termini e con modalità che violano le norme, diventa nullo e inefficace tutto quello che la dottoressa Maria Virginia Scafarto firma e decide. Compresa la risoluzione anticipata del contratto del direttore amministrativo Asrem Antonio Forciniti. E’ lui stesso a farlo presente: “Non ci sto affatto a subire questa ripicca. Tanto più che non mi è stato notificato nulla”. Dietro la parola “ripicca” il sospetto che sia diventato scomodo, in modo particolare per una parte politica.

Le sue non sono dichiarazioni tanto per. C’è un atto formale, che è l’anticamera della diffida. Un “atto di significazione” preparato dai legali (Iacovino e Fiorini) che si fonda sul presupposto che la nomina di Scafarto è illegittima, e di conseguenza è illegittima la defenestrazione del direttore amministrativo, il cui contratto è in scadenza il 24 novembre.

L’atto è stato inoltrato questa mattina non solo alla commissaria Asrem individuata con la ormai famigerata delibera fatta n. 425, da Washington, che porta la data del 31 ottobre scorso. È arrivata anche al Presidente della giunta regionale del Molise Donato Toma a tutti gli assessori regionali, nonché ai consiglieri e al commissario Angelo Giustini, indicato dal Governo – ormai molto tempo fa – per l’attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario. La pre-diffida è arrivata anche sul tavolo del ministro della Salute Roberto Speranza, che dunque da oggi è formalmente interessato della questione molisana.

E Antonio Forciniti, ex comandante del nucleo antisofisticazione di carabinieri, poi scelto per ricoprire un ruolo di vertice all’interno dell’azienda sanitaria, non ci sta. Tanto più che secondo quanto riportato nel documento Scafarto, che lo scorso 11 novembre avrebbe dato il benservito a Forciniti, solo qualche giorno prima – il 4 novembre – avrebbe manifestato  la volontà di “continuare ad avvalersi delle professionalità e dell’esperienza maturata nel tempo dai direttori in carica”. Poi invece, improvvisamente, con un protocollo interno ha informato di voler interrompere il rapporto professionale.

“Ma io ne sono venuto a conoscenza in maniera del tutto casuale” specifica il diretto interessato. Una nota interna, quella di Scafarto, che i legali ritengono illegittima e inefficace “prima di tutto perché posta in essere da un soggetto nominato in maniera illegittima e con carenza di ogni potere”. E in secondo luogo perché la risoluzione anticipata del contratto rende impossibile per Antonio Forciniti “poter programmare il proprio rientro nell’arma dei Carabinieri”, dalla quale aveva preso una doverosa aspettativa, e “la condotta posta in essere lede irrimediabilmente l’immagine, il decoro e l’onore del nostro assistito, con gravi ripercussioni professionali e personali”.

Doppio danno, dunque. Ma c’è di più perché secondo la ricostruzione degli avvocati la nomina stessa di Virginia Scafarto sarebbe illegittima, “in quanto nessun potere commissariale compete alla regione Molise e ai propri organi, visto che questo potere straordinario è attribuito agli organi centrali”.

La nomina di un Commissario straordinario – la sintesi – “potrebbe sovrapporsi in quanto tale impropriamente al potere sostitutivo statale”, anche in considerazione del fatto che il commissario, a differenza del direttore generale (incarico che Toma voleva riassegnare a Sosto, che però è risultato incompatibile) non viene selezionato con procedura aperta e modalità trasparente ma viene scelto “a naso”, come si dice.

In questo caso si sottolinea anche che la nomina, oltre a violare il Decreto Calabria, sia avvenuta “oltre la scadenza perentoria dei 60 giorni”, perché il 30 ottobre (ultimo giorno utile) Toma e Cavaliere erano in volo per gli Stati Uniti.

Dunque Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini, con la firma di Antonio Forciniti, invitano tutti i destinatari della diffida ad “adottare ogni atto di rispettiva competenza teso a rimuovere anche in autotutela gli atti privi di efficacia e di effetti giuridici comunque lesivi della posizione dell’avvocato Forciniti”.

E’ un altolà alla Regione ancora prima che alla Asrem, arrivato sul tavolo del ministero, e che si inserisce in un contesto particolarmente compromesso per la sanità molisana che ora si ritrova gestita da un uomo solo, o meglio da una donna sola al comando. Con l’aggravante di non conoscere il territorio e senza più collaboratori di fiducia. Viene da chiedersi: qual è l’obiettivo? Finire di sfasciare tutto per poter dire, poi, “io l’avevo detto che i commissari non servono a nulla?”.

commenta