Termoli

‘Dove due o più’, riprendono gli appuntamenti dei giovani col vescovo per “dare casa al futuro”

Riprendono gli appuntamenti del “Dove due o più” promossi dal Servizio diocesano della Pastorale giovanile. Si tratta di incontri dei giovani con il Vescovo, Gianfranco De Luca, organizzati sul territorio per condividere insieme momenti di ascolto, confronto e senso di comunità. Si parte da venerdì 8 novembre, alle 19.30, nella parrocchia “Gesù Crocifisso” di Termoli.

Ad accompagnare questo percorso aperto a tutti saranno le Linee programmatiche della Pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana che hanno come tema “Diamo casa al futuro” e raccolgono anche i contenuti del Sinodo sui giovani.

“Durante gli incontri diocesani del “Dove due o più” – spiega don Pio Di Rosario, responsabile della Pastorale giovanile – insieme ai giovani ci si ritroverà insieme innanzitutto per conoscersi e riscoprire la propria identità di chiamati, discepoli del Signore, che vivono la fede nella varietà dei percorsi parrocchiali e diocesani. Un invito che rinnoviamo con gioia a tutti, ovviamente anche a chi non ha mai partecipato e vuole vivere questa esperienza di fraternità e conoscere da vicino questa iniziativa così bella e profonda insieme al nostro Vescovo Gianfranco”.

Il compito più urgente che il Sinodo ha consegnato agli operatori è la capacità di metter in atto progetti di Pastorale giovanile adottando un nuovo stile: ascolto della realtà, pazienza e disponibilità nell’accompagnamento. Le linee progettuali sono state suddivise in tre aree in base ai soggetti pastorali di riferimento: educatori, giovani e comunità

La prima parola è esserci, che si fonda sul bisogno odierno di entrare in relazione con le persone in modo nuovo. Questo è il primo passo affinché si possano vivere relazioni educative e non semplici incontri. La seconda parola è comunicare che indica una competenza fondamentale per l’incontro e il dialogo che sono parti integranti della relazione educativa, tenendo soprattutto conto della rivoluzione antropologica che il mondo digitale sta generando. La terza parola è fare casa: per poter vivere le relazioni diventa necessario imparare ad accogliere. Queste parole designano le attenzioni e le competenze della pastorale giovanile.

La seconda area riguarda la formazione dei giovani che ha come obiettivo quello di far crescere donne e uomini capaci di vivere da fratelli, aperti nella speranza al mondo di domani. In quest’area la prima parola è chiamati: che fa forte riferimento all’invito del Sinodo a vivere una cura pastorale in chiave vocazionale. La seconda parola è responsabili che mette al centro il discernimento. La terza parola è unici che ha a che fare con il tema della corporeità sul quale la comunità cristiana è sempre chiamata a recuperare la positività del messaggio cristiano.

La terza area riguarda la vita della comunità nella quale i giovani vanno inseriti. La domanda fondamentale riguarda l’interrogarsi sulla propria identità per attuare un cammino di conversione e rinnovamento. La prima parola è comunione che rimanda in maniera chiara alla sinodalità, come stile del discernimento comunitario. La seconda è annuncio che ha anche a che fare con la cura della preghiera e delle celebrazioni. La terza parola è diaconia che comporta l’esperienza della carità attraverso il servizio.

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