Gli anni venti del 2000

Delegazione molisana a “Tutta un’altra Storia”: Il Pd a Bologna fa il punto sul presente e futuro

Si è conclusa ieri la terza giornata della manifestazione organizzata dal Partito  Democratico “Tutta un’altra Storia” tenutasi a Bologna, dal 15 al 17 novembre. Si è parlato di futuro e si è discusso, in modo particolare, degli anni 20 del 2000: tanti gli interventi sia dal lato della società civile che della politica, ponendo il focus su quelle che saranno le attività di partito con le politiche da programmare per il prossimo futuro.

 

Tra i relatori tanti nomi illustri ma anche tanti giovani che hanno animato la convention, alla quale ha preso parte una rappresentanza del Pd molisano, guidata dal segretario regionale Vittorino Facciolla, che ha partecipato attivamente ai lavori e ai laboratori su Comunicazione , Lavoro ed Economia.

Sul tavolo il fenomeno del nazionalismo, lo scenario politico ma anche sociale di questo momento delicato, e la riflessione, appunto, sugli Anni Venti che “hanno segnato spesso il tempo che è venuto dopo. È accaduto nel bene e a volte nella tragedia. L’800 vide sorgere i nazionalismi, seminare i moti del ‘48, alimentare lo spirito risorgimentale che l’Italia avrebbe unificato. Il ‘900 ha preso le mosse con l’età giolittiana, poi l’ecatombe della Grande Guerra e l’incubare del fascismo.
Per entrambi i secoli quel ventennio ha agito da impulso, talvolta detonatore, di conflitti e processi destinati a dettare l’agenda della Storia. I vent’anni che ci lasciamo alle spalle hanno prodotto due eventi fondamentali. La rivoluzione tecnologica e digitale. Amazon Google Twitter Facebook Alibaba… sono mutate forme del produrre, consumare, scambiare relazioni umane e sociali. L’altra
chiave è stata la grande crisi del 2008, la finanziarizzazione del capitalismo globale, l’impoverimento della classe media con attese deluse, un ascensore inchiodato al pianterreno, rancori nutriti da una destra ricongiunta alla sua matrice reazionaria. Tutto ciò ha prodotto conseguenze nel modo di pensare delle società e i pilastri delle democrazie, sulle due sponde atlantiche, hanno conosciuto la loro improvvisa fragilità.
Insomma, il mondo è trasformato, la geopolitica ha disegnato nuovi confini, equilibri, rivalità. Ma logiche imperiali conservano forza e un allarme persiste: l’idea che gli eventi possano ancora una volta scalfire o travolgere presidi di libertà e quella democrazia sulla quale l’Europa ha edificato la
sua rinascita.
Abbiamo ereditato una società dove la democrazia era conquista irreversibile. Sta a noi mostrare che è ancora così. Sta a noi prevenire qualcosa di analogo alla risposta autoritaria che gli anni ’20 del ‘900 congegnarono per la crisi del tempo. Sta a noi curare il “malessere” del nostro continente e superare il fossato tra l’idea di Europa e la quotidianità di chi ci vive. Sta a noi fare dei nostri anni ’20 una frontiera di liberazione umana, per l’affermazione della persona nelle sue inclinazioni e potenzialità, dello stato di diritto, di una solidarietà tra nazioni e popoli, di una visione dello sviluppo che ponga sopra a tutto il preservare terra, acqua, aria, ciò che lasceremo in dote a chi verrà dopo”.

Il Segretario Nazionale Zingaretti ha ribadito che il partito deve basarsi non più sull’ “Io” ma sul “Noi”, di porre l’attenzione sul problema sicurezza, lavoro, sociale, di fronte ad una platea numerosissima. La chiusura dei lavori è avvenuta con un assemblea nazionale dove è stato votato e approvato all’unanimità lo Statuto del Partito Democratico. 

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